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L'economia risente delle sanzioni

Russia: prodotti d'importazione piu' costosi, svalutazione del rublo al 22%

Sebbene Putin sia convinto che la Russia possa diventare sempre più autosufficiente, gli economisti russi hanno indicato le conseguenze di possibili carenze finanziarie, rilevando una difficoltà da parte delle aziende nell'attrarre sufficiente capitale per gli investimenti. A causa delle sanzioni dell'Occidente, infatti, l'accesso ai capitali è diventato più difficile. Gli economisti mettono in guardia su una probabile recessione a causa dell'elevata inflazione, del consumo deludente, del difficile accesso al capitale d'investimento e delle esportazioni in calo.

Per frenare la crescente inflazione, la Banca Centrale russa ha venduto 420 milioni di dollari in valuta estera. A ottobre la banca ha speso, complessivamente, già 2 miliardi di dollari in interventi. Quest'anno, il rublo sta andando male: il valore rispetto al dollaro è diminuito di quasi il 22% e, rispetto all'euro, la moneta russa ha già perso il 12%. Ma la Russia presenta un cuscinetto finanziario enorme, del valore di 460 miliardi di dollari in valuta estera, per cui presenta ancora sufficiente libertà di movimento per poter arginare la situazione con degli interventi.

Da qualche tempo, il governo russo sta cercando di far commutare le transazioni commerciali internazionali dai dollari ai rubli. Già nel 2008, i media riportavano di accordi in questo senso in relazione al mercato del petrolio. Gli scambi tra Corea del Nord e Russia sono già effettuati in rubli, il valore di questi scambi è pari a 500 milioni di dollari. Tuttavia, anche i partner commerciali più importanti come Cina e Iran sono d'accordo nell'utilizzo della valuta nazionale. Ciò genera anche dei rischi, come hanno già sperimentato i commercianti ucraini: siccome i russi acquistano a credito, al momento del pagamento il valore del rublo potrebbe risultare ulteriormente inferiore. Questo fa sì che gli esportatori ottengano meno per i loro prodotti.

I prezzi al consumatore in Russia aumentano ulteriormente
Attualmente, sono soprattutto gli esportatori che commerciano in dollari ad approfittare del basso valore del rublo, in particolare nel settore energetico. I consumatori si trovano di fronte a prezzi in aumento: nell'ultimo periodo, sono cresciuti dello 0,2% a settimana. Sebbene si tratti di una percentuale bassa nel complesso, alcuni prodotti sono rincarati notevolmente. Nell'arco di una settimana, i prezzi dei cetrioli hanno registrato un +7,6%, le quotazioni dei pomodori sono aumentate del 3,6% e quelle delle patate del 2,8%. La Banca Centrale ha stimato un'inflazione dell'8% per tutto il 2014, ben oltre il massimale stimato del 6,5%.

Sverdlovsk scambia patate per bestiame
La regione russa di Sverdlovsk produce il doppio delle patate che consuma. Secondo il governo regionale, si è cominciato già due anni fa con l'ampliamento delle strutture di stoccaggio, e l'anno scorso sono stati aperti otto nuovi centri refrigerati che, quest'anno, sono diventati 15. Per sviluppare ulteriormente il settore, il governo ha investito 12 miliardi di rubli (240 milioni di dollari). La regione però presenta una carenza di bestiame e, per questo motivo, è stato lanciato un progetto che coinvolge i vicini Bielorussia e Kazakistan: in cambio di bestiame, Sverdlovsk offre ortaggi e patate e le sue conoscenze sulla coltivazione.

Il Perù firma contratti
La società peruviana Passionfrut Company ha ottenuto l'accesso al mercato russo per mandarini e minneola. I contatti sono stati presi durante la fiera Expoalimentaria tenutasi a Lima. Le aziende russe hanno mostrato interesse nelle varietà agrumicole W-Murcott, Malvasia e Minneola. La società peruviana collabora con un partner russo per poter spedire due container di mandarini a San Pietroburgo. Passionfrut Company sta cercando di accedere a nuovi mercati: oltre al mercato russo, la società vuole esportare in Medio Oriente, Nord America ed Europa.

Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: