La Nutrigenomica è davvero l'ultima frontiera della ricerca in nutrizione e studia gli effetti dell'interazione tra nutrienti e molecole bioattive della dieta con il genoma umano, al fine ultimo di prevenire le malattie cronico-degenerative correlate all'alimentazione.
Ed è proprio con l'obiettivo di diffondere gli approcci scientifici della nutrigenomica e della nutrigenetica nella Ricerca Europea che nel 2004 nasce NuGO, fondamentale punto di riferimento per elaborare e definire, sulla base delle evidenze scientifiche, gli indirizzi della ricerca internazionale nel settore.
Il tema del convegno, "Nutrigenomica e alimenti", ha preso in esame l'interazione tra alimenti e salute umana, compresa la risposta individuale dell'organismo, dipendente dalla variabilità genetica che caratterizza ognuno di noi. L'apertura è stata dedicata all'analisi del profilo alimentare Mediterraneo, la cui associazione con la salute riceve da decenni ampio supporto scientifico e alla sua possibile "applicazione" ai profili alimentari di altri Paesi. (NuGOweek 2014).
Le sessioni del meeting, cui hanno partecipato più di 200 studiosi provenienti da diversi paesi Europei ed extra-Europei (tra i quali USA, Australia, Brasile, Corea), hanno approfondito i diversi aspetti della relazione dieta-salute su cui stanno convergendo sempre più l'interesse e l'impegno dei ricercatori. In particolare:
- L'identificazione di biomarcatori precoci di malattia. Infatti, solo se identificate molto precocemente, l'evoluzione di alcune malattie correlate all'alimentazione può essere "prevenibile" con la dieta.
- In parallelo - e altrettanto importante - è la definizione condivisa di "salute", che ancora non c'è. L' "assenza di malattia", infatti, non è un parametro né scientificamente quantificabile né sufficientemente sensibile per poter identificare gli stadi precoci delle patologie (stati pre-patologici), in cui si avviano nel nostro organismo piccole perturbazioni dell'equilibrio che, se non contrastate in tempo, possono portare ad evoluzioni irreversibili nello stato di salute. L'identificazione precoce di tali condizioni è quindi cruciale per poter intervenire sulla prevenzione attraverso modifiche della dieta.
- La capacità dell'organismo di ripristinare il suo stato di equilibrio (salute) dopo aver subito stimoli nutrizionali che inevitabilmente lo alterano (stress da carico nutrizionale). Per esempio, il ritorno a livelli basali di glicemia dopo un carico orale di glucosio è un meccanismo di ripristino dell'equilibrio glicemico che, in una persona "sana", avviene entro un paio d'ore. In caso di perturbazioni pre-patologiche, che precedono l'instaurarsi di una condizione diabetica, questo meccanismo viene perso molto prima del manifestarsi dei segni clinici della malattia. Alterazioni anche lievi nella risposta dell'organismo a un sovraccarico temporaneo di nutrienti (carico glicemico, lipidico, proteico) sono quantificabili con le moderne tecnologie genomiche con grande sensibilità e variazioni significative dei parametri rappresentano un indice di "scostamento" dallo stato di salute (pre-patologia).
- La quantificazione accurata della risposta agli stimoli nutrizionali deve tenere conto anche della variabilità genetica individuale, per poter rappresentare uno strumento sensibile ed efficace di prevenzione mirata. Tale variabilità è diretta conseguenza delle differenze genetiche, che ci rendono diversi l'uno dall'altro anche nella risposta a uno stesso intervento con molecole nutrizionali e/o farmacologiche. E' quindi necessario affiancare alla quantificazione delle risposte dell'organismo anche l'identificazione delle varianti geniche individuali.
La ricerca presente e futura richiede la rilevazione personalizzata della risposta dell'organismo agli stimoli nutrizionali per poter identificare gruppi e sottogruppi di popolazione che mostrano una risposta analoga, condividono con grande probabilità gli stessi determinanti genici e potranno quindi condividere anche una personalizzazione dietetica per il mantenimento della salute.