Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Uva da tavola: basse concentrazioni di ozono per il controllo della muffa grigia durante la conservazione

La muffa grigia (Botrytis cinerea) è la malattia fungina più distruttiva dell'uva da tavola, poiché il fungo cresce a basse temperature e si sviluppa rapidamente attraverso il micelio aereo fra i prodotti ortofrutticoli in conservazione.

Ricercatori italiani e statunitensi hanno condotto uno studio sull'impiego dell'ozono sull'uva da tavola durante la conservazione in cella refrigerata a 1-2 °C per controllare le infezioni da muffa grigia.

Gli obiettivi del lavoro erano:

  1. Confrontare diverse basse concentrazioni di ozono (0.075, 0.100, 0.150, 0.200, 0.250, 0.300, 0.500 µL/L) per trovare la più bassa dose attiva necessaria ad inibire la diffusione del micelio aereo dagli acini infetti;
  2. Determinare l'efficacia di una bassa concentrazione di ozono continua e discontinua in strutture commerciali;
  3. Combinare l'impiego di anidride solforosa con l'ozono per minimizzare l'effetto negativo dell'anidride solforosa sulla qualità degli acini e per controllare quei funghi (Alternaria e Penicillium) che l'ozono da solo non controlla;
  4. Valutare l'impatto del trattamento con anidride solforosa ed ozono sui caratteri sensoriali dell'uva da tavola.
L'obiettivo di individuare le concentrazioni più basse di ozono è legato all'esigenza di minimizzare i rischi di esposizione al gas per l'operatore, ridurre i danni ai frutti e alle strutture di conservazione e ottimizzare i costi dell'impianto di generazione dell'ozono.

Dai risultati è emerso che la più bassa concentrazione attiva di ozono è pari a 0.100 µL/L. Nelle celle commerciali, la conservazione dei grappoli impiegando quotidianamente 0.100 µL/L di ozono dalle ore 5.00 alle 12.00 e 0.300 µL/L dalle 12.00 alle 5.00 per 8 settimane ha permesso di ridurre l'incidenza naturale di muffa grigia del 65% circa dopo 5-8 settimane di conservazione.

Per quanto riguarda l'impiego continuo o discontinuo di ozono, i ricercatori hanno osservato che l'incidenza di muffa grigia è diminuita in egual modo sia sui grappoli fumigati settimanalmente con anidride solforosa sia su quelli conservati in cella a 1°C con una concentrazione continua di 0.300 µL/L di ozono per 5 settimane rispetto ai grappoli conservati in cella all'aria; mentre l'esposizione all'ozono discontinua non è risultata efficace nel controllare lo sviluppo di muffa grigia.

Dopo 68 giorni a 1°C, l'incidenza della muffa grigia sui grappoli conservati 1) in cella all'aria (controllo), 2) con una concentrazione continua di 0.300 µL/L di ozono e 3) fumigati settimanalmente con 350 µL/L di anidride solforosa era rispettivamente di 38.8%, 2.1% e 0.1%. Solo la fumigazione è risultata efficace nel controllare i marciumi da Alternaria e Penicillium.

Quando l'ozono è stato usato in combinazione con fumigazioni di anidride solforosa applicata all'inizio della conservazione od ogni due settimane durante la conservazione, esso ha controllato sia i marciumi dovuti a Botrytis sia quelli dovuti a Penicillium e Alternaria, e la sua efficacia ha eguagliato quella ottenuta con fumigazioni settimanali di anidride solforosa. In questo modo, l'uso dei due gas in alternanza ha ampiamente ridotto la quantità applicata di anidride solforosa, con beneficio sia per l'uva sia per i consumatori. Per quanto riguarda i test sensoriali, non si sono riscontrate differenze significative nel sapore fra l'uva conservata in cella all'aria e quella conservata in cella con ozono, mentre quest'ultima è risultata più gradita rispetto a quella fumigata con anidride solforosa.

Per queste ragioni, i ricercatori concludono che l'impiego combinato di anidride solforosa ed ozono (fumigazione iniziale o bisettimanale e conservazione continua con ozono) potrebbe essere la migliore strategia per controllare le principali infezioni fungine, al contempo preservando il sapore degli acini.

Fonte:
Feliziani E., Romanazzi G., Smilanick J.L., ‘Application of low concentrations of ozone during the cold storage of table grapes’, Luglio 2014, Postharvest Biology and Technology, Vol. 93, pagg. 38-48. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S092552141400060X