
Interpellato da FreshPlaza, Giovanni Antonio Orioli, Sales Specialist Peperone della multinazionale sementiera Nunhems, spiega: "Innanzitutto bisogna fare un distinguo tra produzioni da serra e da pieno campo. Per quanto riguarda le produzioni in pieno campo, la raccolta inizia, generalmente, nella prima decade di agosto e se le condizioni climatiche lo permettono, il prodotto si troverà sul mercato fino a novembre; altrimenti, se si registra freddo anticipato, le forniture potrebbero scomparire nella seconda metà di ottobre. Dopodiché viene dato spazio al prodotto proveniente dalle colture in serra del Sud e della Sicilia."
"Comunque, nello stesso periodo nel quale si effettua la produzione di pieno campo - precisa Orioli - troviamo anche la produzione da serra proveniente dalla Campania e dal Centro-Nord, dove in realtà il peperone è già disponibile da giugno-luglio. Il prodotto di serra è disponibile per tutta l'estate e va quindi a sovrapporsi con la produzione di pieno campo."
Come riferisce Orioli, le colture sotto serra del Centro-Sud vengono rimosse solo a fine ottobre-novembre. "In altre zone si fanno i trapianti tardivi sotto serra, come accade a luglio nella Piana del Metapontino, dove il prodotto è ancora oggi disponibile - continua l'esperto - Ci sono altri areali ancora, come la Sicilia, dove le piante vengono messe a dimora in autunno e che sono in raccolta per tutta la primavera fino all'inizio dell'estate."
La produzione capsicola è prevalentemente concentrata nelle regioni del Sud, soprattutto in Sicilia e Puglia, seguita dalla Campania e dal Lazio. Esistono anche altre regioni dove si coltiva il prodotto, ma in maniera limitata: Calabria (in pieno campo), Veneto e Piemonte (in serra), Sardegna e Umbria (in pieno campo).
"Generalmente è una specie che si coltiva un po' dappertutto - sostiene Orioli - La produzione di cui parliamo è quella della tipologia Lamuyo, che risulta la più diffusa e consumata, cioè il classico peperone quadrato/allungato giallo o rosso."

Per il frutto del peperone si fa un'ulteriore distinzione tra mezzo-lungo, tre quarti-lungo e quadrato. Il mezzo lungo e il tre quarti-lungo si coltivano specialmente nell'Italia meridionale, mentre al Nord si ha la tendenza ad optare per il mezzo lungo e il quadrato.
"Fare una stima sui volumi è sempre difficile - dichiara lo specialista - ma generalmente si parla di circa 400.000 tonnellate annue. A mio personale avviso, pur non avendo un quadro definitivo perché la campagna è ancora in corso, quest'anno la produzione di peperone dovrebbe risultare in diminuzione. Un calo che si è già registrato per le coltivazioni in serra."

Riguardo alle esportazioni italiane di peperone, Orioli precisa: "Intanto c'è da dire che noi siamo un paese che vende a livello nazionale e gran parte della produzione, soprattutto quella di pieno campo, è destinata all'industria di trasformazione. Le industrie vendono il trasformato con il proprio marchio sia alle catene distributive, che alle società di catering, soprattutto sotto forma di prodotto grigliato."
"L'Italia è più un paese importatore che esportatore di peperoni. In passato eravamo prevalentemente esportatori, e la superficie investita a peperone era più alta. Poi, per via dell'incremento dei costi, ma anche per problemi di natura tecnica e commerciale, la superficie si è ridotta e si è concentrata in quelle imprese che hanno un alto livello di competenza commerciale e tecnico-agronomica. Si tratta di produttori che si sono specializzati nella tecnica di coltivazione, ma sono diventati anche commerciali, oppure sono bravi produttori che afferiscono in sistemi ben organizzati per la commercializzazione."
"A mio avviso, tenendo conto che gran parte della produzione si concentra durante il periodo estivo - continua l'esperto - in grossa parte è destinata alle industrie di trasformazione. Se proprio dobbiamo parlare di esportazione, direi che si tratta di prodotto trasformato, destinato ai paesi nord-europei."


"La nota positiva che rilevo per il peperone è che, grazie alla versatilità cui si presta, si tratta di una specie che tra fresco e trasformato ha visto crescere i consumi e la superficie coltivata in Italia rimane più o meno costante - dichiara Orioli - Di solito, chi produce peperone in Italia è un professionista che lo coltiva tutti gli anni."
Dato che una parte considerevole della produzione è destinata alla trasformazione, secondo l'opinione dell'esperto gli Italiani si stanno orientando verso il prodotto pronto o semi-pronto: significa quindi che mangiano prevalentemente peperone di IV e V gamma. "La tipologia che gli Italiani preferiscono per eccellenza è il Lamuyo; ci sono, inoltre, delle zone in cui è più diffuso il consumo della tipologia Corno di Toro, 'friariello', 'topedo' e altre."
Problematiche colturali o fitopatologiche del peperone in Italia
"La coltivazione deve affrontare numerosissimi problemi di natura fitosanitaria, anche se, grazie all'introduzione degli ibridi abbiamo oggi disponibilità di varietà che permettono di contenere questi patogeni - sottolinea Orioli - Mi riferisco in modo particolare ai virus, come quello trasmesso dal tripide, che è vettore del Tomato Spotted Wilt Virus. Altro problema è il CMV (Cucumber Mosaic Virus), virus trasmesso dall'afide e che, sempre grazie all'introduzione di ibridi con resistenze intermedie, oggi si riesce ad arginare."
Grazie dunque ai risultati della ricerca, oggi si riesce quantomeno a soddisfare le esigenze di una domanda attenta a quelli che sono i problemi che si riscontrano in campo.
Riguardo alle aspettative future, per quello che può essere il mercato del peperone, si spera che la specie possa continuare a crescere. "E' quello che noi tutti ci auguriamo, perché è cambiato l'interesse del consumatore nei confronti di questo ortaggio per la sua grande versatilità al consumo."
"Inoltre - conclude l'esperto - cresce sempre di più la specializzazione dei produttori, di chi coltiva in serra ma anche di chi coltiva in pieno campo. Questi ultimi, grazie all'introduzione di alcune tecniche innovative, riescono a produrre di più e per un periodo più lungo. Sia in pieno campo che in serra si riscontra, in ogni caso, un complessivo miglioramento della qualità e della sanità dei frutti."

Contatti:
Giovanni Orioli - sales specialist Peperone Nunhems
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