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28-29 settembre 2012

Resoconto dell'evento Urbinati Open Day: innovazione e tecnologia nel settore vivaistico

Negli ultimi giorni di settembre, l'azienda URBINATI, importante casa costruttrice di macchinari per il settore orto-florovivaistico, con sede a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena, Italia) ha ospitato circa 1000 visitatori, interessati a conoscere i prodotti della nuova gamma 2013.


Pressa torba della Urbinati.

Circa 200 partecipanti si sono registrati anche al corso di formazione in doppia lingua (italiano-inglese) sul "trasferimento di innovazione e tecnologia nel settore vivaistico", organizzato dall'Accademia Urbinati, in particolar modo da Romina Urbinati (Direttore generale) e Massimo Sepe (Direttore operativo), con il patrocinio della Facoltà di Agraria e il coordinamento tecnico-scientifico del gruppo di Orticoltura dell'Università di Torino, rappresentato dalla Prof.ssa Silvana Nicola.



Nella giornata di venerdì 28 settembre 2012, l'azienda olandese Clean Light ha presentato la tecnologia clean light, che utilizza le radiazioni UV per la protezione delle colture orticole senza l'ausilio di prodotti chimici, mentre esperti israeliani hanno presentato alcune tecnologie relative all'innesto e ai sistemi d'irrigazione.


Da sinistra: Massimo Sepe (Direttore operativo dell'azienda Urbinati), Silvana Nicola (Università degli Studi di Torino), Nino Urbinati (Presidente).

Nella giornata di sabato 29 settembre 2012, per il corso di formazione, l'azienda Urbinati ha invitato alcuni docenti universitari ed esperti del settore a relazionare. Il corso è stato moderato dalla Prof.ssa Silvana Nicola dell'Università di Torino, coinvolta in prima persona nella realizzazione del corso stesso.


Romina Urbinati.

Di seguito si riporta un breve riassunto delle comunicazioni orali dei relatori coinvolti.

La Prof.ssa Silvana Nicola ha aperto i lavori facendo un inquadramento generale di quelle che sono le attuali problematiche del settore vivaistico orticolo a livello sia nazionale sia internazionale. La professoressa si è soffermata sui punti critici relativi alla programmazione della produzione di piantine, ai costi di produzione ed alla qualità delle piantine. In particolare, la qualità delle piantine è stata spiegata dal punto di vista della genetica, degli aspetti fitosanitari e della gestione agronomica. La professoressa ha concluso suggerendo la necessità di creare delle linee guida UE per definire quali potrebbero essere i requisiti fenologici delle piantine, a seconda della specie e della varietà, al momento del trapianto. Tali requisiti potrebbero essere uniformità, numero di foglie vere, stelo ben sviluppato e robusto, apparato radicale ben sviluppato privo di curvature, indice di vigore, ecc.

Il Dott. Alberto Veronesi, specialista del settore sementiero, ha parlato di innovazione genetica e tecnologica nella filiera orticola italiana.


Alberto Veronesi.

In particolare ha mostrato una serie di dati che sottolineano l’importanza della produzione orticola italiana a livello Europeo. In Italia ci sono:
  1. oltre 20 società sementiere, tra filiali di gruppi multinazionali, ed aziende italiane a carattere familiare, con importanti investimenti in ricerca, produzione e vendita delle varietà selezionate;
  2. più di 100 vivai, alcuni attivi anche in altri paesi europei , che grazie ai progressi tecnologici ed ai capitali investiti , si sono fortemente specializzati nella produzione di giovani piante di alcune specie, divenendo veri partner dei loro clienti e dotati in alcuni casi di una forte capacità di innovazione.
  3. circa 23.000 aziende agricole, diffuse in tutto il territorio nazionale, che producono cento specie orticole diverse su una superficie di oltre 250.000 ettari coltivati e riforniscono quotidianamente il mercato nazionale ed europeo, attraverso le cooperative, le strutture commerciali di lavorazione, le industrie di trasformazione, i mercati orto-frutticoli e le piattaforme della grande distribuzione.


Un momento della relazione di Alberto Veronesi.

Il Dott. Veronesi ha inoltre illustrato il processo di miglioramento genetico attuato dalle aziende sementiere e volto ad individuare nuove varietà che non solo permettano di superare le difficoltà agronomiche di gestione e di difesa ma che abbiano anche le caratteristiche commerciali ed organolettiche rispondenti alle richieste del mercato. Infine, Veronesi ha parlato dell'importanza crescente della ricerca, produzione e vendita di sementi biologiche, essendo l'Italia il secondo Paese, dopo la Germania, nella coltivazione di ortaggi biologici.

Il Prof. Paolo Sambo dell'Università di Padova ha presentato le potenzialità di impiego di substrati alternativi alla torba, quali materiali organici come piante marine, sottoprodotti e rifiuti agricoli, naturali, civili, processi industriali, e materiali inorganici come lana di roccia, perlite, ecc.


Paolo Sambo.

In particolare, il Prof. Sambo ha descritto le caratteristiche chimiche e fisiche, i vantaggi e gli svantaggi della lolla di riso. Confrontando la torba con la lolla di riso, il prof. Sambo si è soffermato sulla struttura della lolla di riso, la cui macroporosità varia dal 20 al 40% e la microporosità dal 40 al 60 %, sulla capacità di scambio più bassa rispetto alla torba (ca. 44 vs 100-170 meq/100 g) che permetterebbe di gestire meglio la fertilizzazione con un minor spreco di nutritivi, sul rapporto carbonio/azoto più alto (114 vs 20-80) che permetterebbe di utilizzare il substrato per colture che hanno un ciclo di vivaio superiore a 4-6 settimane.

Il Prof. Paolo Zanin dell'Università di Padova ha proseguito la presentazione sull’impiego di substrati alternativi alla torba riportando casi concreti di impiego della lolla di riso miscelata con altri substrati per la crescita di semenzali di pomodoro, peperone e radicchio, e sulla radicazione ed accrescimento di talee di salvia, rosa, geranio.


Paolo Zanin.

I professori di Padova hanno concluso che la lolla di riso è un substrato con delle ottime potenzialità di impiego solo se viene miscelato ad atri substrati dal 25% al 75% a seconda della specie orticola o floricola.

Il Dott. Pier Franco Baraglia, esperto nella nutrizione delle piante, ha parlato di fertilizzazione e dell'importanza dei fertilizzanti solubili nel vivaio specializzato. Il Dott. Baraglia ha spiegato la fisiologia vegetale delle piantine nella fase di vivaio in particolare come lo sviluppo radicale, il contenimento vegetativo e lo stress da trapianto possano essere controllati regolando o l'impiego di ormoni, quali auxine e citochinine, oppure l’apporto bilanciato di elementi nutrizionali, quali azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, manganese, ferro, ecc., a seconda che si voglia stimolare la produzione di foglie o di radici.


Pier Franco Baraglia.

Il Dott. Baraglia si è infine soffermato sull'importanza degli elementi nutrizionali in termini di 1) rapporti fra elementi nutritivi, quali azoto/fosforo, azoto/calcio, azoto/potassio, calcio/potassio; 2) la forma chimica dell’elemento nutritivo; 3) antagonismi e sinergismi fra elementi nutritivi.

La prof.ssa Silvana Nicola ha chiuso i lavori commentando l'importanza dell'innovazione e del trasferimento tecnologico in vivaio essendo il primo anello della filiera orticola. Tutti gli interventi sono stati molto apprezzati, considerate le numerose domande fatte dal pubblico, che è risultato molto eterogeneo e composto da professionisti spazianti dai vivaisti agli avvocati!

Si ringrazia l’azienda Urbinati per questo momento di incontro e di scambio di informazioni fra operatori del settore orto-florovivaistico.

Per maggiori informazioni sui contenuti del corso di formazione le presentazioni in formato pdf dei relatori saranno, a breve, disponibili sul sito www.urbinati.com.