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Scheda prodotto: il Pomodorino del Piennolo DOP

La coltivazione del Pomodorino del Piennolo sulle falde del Vesuvio ha radici antiche e documentate. Ne parla Achille Bruni, nel 1858, nel suo "Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli", dove cita i pomodori a ciliegia, molto saporiti, che "si mantengono ottimi fino in primavera, purché legati in serti e sospesi alle soffitte". Un altro autore è Palmieri, che sull’annuario della Reale Scuola Superiore d’Agricoltura in Portici (attuale Facoltà di Agraria), del 1885, parla della pratica nell’area vesuviana di conservare le bacche della varietà "p’appennere" (da appendere) in luoghi ombrati e ventilati.


Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP.

Areale di produzione
L’area tipica di produzione e conservazione del Pomodorino del Piennolo coincide con l’intera estensione del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, includendo le sue pendici degradanti sino quasi al livello del mare. In particolare, la zona di produzione e condizionamento prevista dal disciplinare del "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" comprende l’intero territorio dei comuni della provincia di Napoli di Boscoreale, Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa Di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Sant’Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, e una parte del territorio di Nola.


Piante di Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP.

Descrizione
Il Pomodorino del Vesuvio viene apprezzato sul mercato sia allo stato fresco, venduto appena raccolto sui mercati locali, sia nella tipica forma conservata in appesa "al piennolo", oppure anche come conserva in vetro, secondo un’antica ricetta familiare dell’area, denominata "a pacchetelle", anch’essa contemplata nel disciplinare di produzione della DOP.

Ordinariamente la raccolta viene effettuata recidendo i grappoli interi, quando su di essi sono presenti almeno il 70% di pomodorini rossi, mentre gli altri sono in fase di maturazione. Questa antica pratica consente di poter consumare le bacche, integre e non trasformate, per tutto l’inverno successivo alla raccolta, fino a sette-otto mesi, utilizzando locali areati e senza il supporto delle moderne tecnologie di conservazione.

Le peculiarità
Le peculiarità del "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" sono l’elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al peduncolo, l’alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione, durante la quale nessuna delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori pedoclimatici tipici dell’area geografica in cui il pomodorino è coltivato dove i suoli, di origine vulcanica, sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico Somma-Vesuvio. In quest’ambiente di elezione, la qualità del pomodorino raggiunge punte di eccellenza.


Pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP rossi e gustosi.

Proprio la ricchezza in acidi organici determina la vivacità o "acidulità" di gusto, che è il carattere distintivo del pomodorino del Vesuvio. Ciò, oltre a derivare da una peculiarità genetica, è indice di un metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e con ridotto ricorso ad acque d’irrigazione, che rende tale coltura particolarmente adatta ad un’area protetta, quale quella del Parco Nazionale del Vesuvio.

Il "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP" per le sue qualità è un ingrediente fondamentale della cucina napoletana e campana in generale, ed ha una grande versatilità in cucina. Accanto ai tradizionali spaghetti alle vongole e agli altri frutti di mare, gli chef locali si impegnano ad utilizzarlo in tanti altri piatti, tra cui una variante alla prelibata pizza napoletana.