

Il pomodoro è nativo della zona dell'America centrale e del Sud e della parte meridionale del Nord America, zona compresa oggi tra i paesi del Messico e del Perù.
Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl; il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La salsa di pomodoro divenne parte integrante della cucina azteca. Alcuni affermarono che il pomodoro aveva proprietà afrodisiache, sarebbe questo il motivo per cui i francesi anticamente lo definivano pomme d'amour, "pomo d'amore". Questa radice è presente anche in Italia: in certi paesi dell'interno della Sicilia, è indicato anche con il nome di pùma-d'amùri (pomo dell'amore). Si dice che, dopo la sua introduzione in Europa, Sir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica dei suoi frutti alla Regina Elisabetta, battezzandola col nome di apples of love (pomo d'amore).
La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando lo spagnolo Hernàn Cortés rientrò in patria e ne portò con sé gli esemplari; ma la sua coltivazione e diffusione attese fino alla seconda metà del XVII secolo.
Arriva in Italia nel 1656 ma solo più tardi, trovando condizioni climatiche favorevoli nel Sud del paese, si ha il viraggio del suo colore dall'originario e caratteristico colore oro, che diede appunto il nome alla pianta, all'attuale rosso, grazie a selezioni e innesti successivi.
In generale, la pianta del pomodoro ha andamento strisciante (nella foto a destra: pianta di pomodoro a grappolo varietà Serendipity).
Nei nostri climi, la coltivazione a terra può causare deterioramento delle bacche e della pianta in generale, che, come molte colture orticole di origine esotica, può soffrire gli effetti dell'accumulo di umidità, dei parassiti, e di diverse fitopatologie.
Per questo motivo è necessaria normalmente l'installazione di sostegni; tuttavia alcune varietà, più basse e robuste, non hanno bisogno di essere sostenute, ed i frutti più robusti non sono danneggiati dal contatto col suolo; naturalmente tali frutti (a buccia dura), non sono adatti per il consumo fresco, ma sono ottimi per la produzione di derivati.
Per i pomodori da tavola si preferisce la semina in semenzaio, con successivo trapianto sul terreno.
I pomodori gradiscono esposizione piuttosto assolata, anche se nelle ore più calde questo può causare sofferenza sia alla pianta che ai frutti; per alcune varietà, con clima molto soleggiato, è consigliabile un leggero ombreggiamento. Il terreno deve essere ben fertilizzato; moderata ma regolare l'irrigazione.
Come è ovvio, per un frutto composto in gran parte da acqua, la natura del suolo e dell'acqua di irrigazione influisce in modo sensibile sulla qualità dell'ortaggio; la temperatura dell'acqua di irrigazione non deve mai essere molto diversa dalla temperatura ambiente, in modo da non causare shock termici. Per questo motivo, l'irrigazione viene di norma effettuata alla mattina, o al tramonto.
Biodiversità della specie
Nonostante le cultivar rosse siano le uniche presenti in commercio, le bacche del pomodoro possono assumere colorazioni differenti.
Si va dalle cultivar di colore bianco (White Queen, White Tomesol) a quelle di giallo (Douce de Picardie, Wendy, Lemon), rosa (Thai Pink), arancioni (Moonglow), verdi anche a maturazione (Green Zebra), e persino violacee (Nero di Crimea, Purple Perfect).
Esempi di biodiversità: le bacche di White Queen, Green Copia e Santorini

Esistono pomodori lunghi (San Marzano), rotondi e molto grossi (beefteak), a forma di ciliegia, riuniti in grappoli (reisetomaten), e persino cavi all'interno (tomate à farcir).
A seconda delle cultivars, la raccolta può avvenire da 40-50 giorni a oltre 120 giorni dal trapianto (nella foto a sinistra: Pomodoro di San Marzano DOP dell'agro sarnese-nocerino).