Esistono due tecniche di coltivazione fuori suolo: quella idroponica e quella aeroponica.
Coltivazioni idroponiche Per coltivazione idroponica s'intende una delle tecniche di coltivazione fuori suolo: la terra è sostituita da un substrato inerte (argilla espansa, perlite, vermiculite, fibra di cocco, lana di roccia, zeolite, ecc.) (nella foto a destra: esempio di coltivazione idroponica di pomodoro su pomice).
La pianta viene irrigata con una soluzione nutritiva composta dall'acqua e dai composti (per lo più inorganici) necessari ad apportare tutti gli elementi necessari assunti normalmente con la nutrizione minerale. La tecnica è altrimenti conosciuta con il termine di idrocoltura.
La coltura idroponica consente produzioni controllate sia dal punto di vista qualitativo sia igienico-sanitario durante tutto l'anno.
Coltivazioni aeroponiche
L'aeroponica è il processo di sviluppo in serra di piante senza l'utilizzo di terra o di qualsiasi altro aggregato di sostegno. Le piante infatti sono sostenute artificialmente e la loro alimentazione è garantita da sistemi di nebulizzazione di acqua arricchita da fertilizzanti minerali che investe direttamente l'apparato radicale della pianta.
Un esempio di produzione aeroponica da parte dell'azienda italiana Biospaces-Divisione Agricoltura (vedi anche precedente articolo).L'obiettivo dell'aeroponica è l'ottenimento di condizioni che incrementino sviluppo, salute, fioritura e fruttificazione della pianta attraverso la coltivazione in serra e l'uso di soluzioni ricche di nutrienti spruzzate sulle radici nude. L'ambiente chiuso, e idealmente isolato dall'esterno, combinato con l'assenza di terreno permette inoltre di annullare l'esposizione delle piante ad agenti infestanti e patogeni facilitando ulteriormente il loro sviluppo. Notevole è anche il livello di ossigenazione dell'apparato radicale che questa tecnica permette.