Pomodoro da industria: per accrescere il potere contrattuale dei produttori puntare sulla auto-trasformazione nei propri impianti
Lo ha spiegato il Presidente del settore ortofrutticolo Fedagri-CCI Davide Vernocchi, a nome delle centrali Fedagri, Legacoop Agroalimentare e Agci-Agrital nel corso di una Audizione al Senato svoltasi oggi sulla crisi del comparto. "La filiera del pomodoro da industria – ha proseguito – deve necessariamente essere riorganizzata, in prospettiva del passaggio al disaccoppiamento totale, con l’obiettivo di aumentare il potere contrattuale dei produttori nei confronti dell’industria di trasformazione".
Quali le possibili soluzioni al problema? "Per riequilibrare i rapporti con l’industria – ha spiegato Vernocchi – occorre rafforzare lo strumento delle Organizzazioni dei produttori e puntare a far crescere al sud un sistema organizzato più efficiente anche attraverso la trasformazione diretta del pomodoro all’interno di propri impianti produttivi. Oggi mediamente solo il 26% di tutto il pomodoro lavorato nel nostro Paese viene auto-trasformato da strutture cooperative, quota ancora troppo bassa rispetto ad altri territori e produzioni".
"È bene sottolineare – ha ricordato Vernocchi – come le cooperative ritirano sempre tutto il prodotto dei soci, anche in caso di difficoltà, e che la qualità del pomodoro conferito viene stabilmente fissata da specifici regolamenti interni approvati dai medesimi soci, indipendentemente dagli andamenti stagionali".
Il presidente Vernocchi ha infine ribadito la necessità che venga strutturato da parte delle istituzioni preposte un sistema di controlli sulle importazioni dai Paesi extra-UE, in particolare di pomodoro concentrato, e che venga approvata al più presto una normativa sull’origine della materia prima utilizzata nella trasformazione, nonché sulla qualità delle produzioni trasformate, importante simbolo del Made in Italy nel mondo.
Le tre Organizzazioni cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop-Agroalimentare e Agci-Agrital associano circa 5.100 cooperative attive, oltre 720.000 produttori e generano sistemi di filiera "leader" in molti comparti (ortofrutta, vino, latte, etc.). Il fatturato complessivo generato supera i 32 miliardi di euro, l’occupazione coinvolta è di circa 90.000 unità.