Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Critiche da parte dei produttori spagnoli

UE e Marocco raggiungono un accordo commerciale

La conclusione dei negoziati fra l'Unione Europea (UE) e il Marocco, con un'ipotesi di accordo per ampliare le esportazione di frutta e ortaggi del Paese nordafricano, è stata considerata come un autentico schiaffo dal settore agricolo iberico. La Federazione spagnola di Associazioni di produttori ed esportatori di frutta e ortaggi (Fepex) ha respinto unanimemente l'intesa, la cui entrata in vigore, affermano, provocherà una notevole perdita di posti di lavoro e un calo delle esportazioni spagnole. Per cui la Fepex ne reclama una immediata revisione.

Secondo i produttori ortofrutticoli spagnoli, l'accordo avrà un impatto negativo soprattutto in Andalusia e nelle regioni di Murcia, Valencia, Canarie ed Estremadura, le cui economie sono maggiormente dipendenti dalla produzioni agraria; e danneggerà in particolar modo le produzioni intensive e di frutta di primizia. I produttori stigmatizzano che, nonostante i lunghi negoziati, non sia stato valutato l'impatto che avrà l'intesa, né stabilito alcuna misura politica di carattere sociale, di ristrutturazione o modernizzazione delle esportazioni che consenta di far fronte alla concorrenza del Marocco.

Visto dalla Spagna, il principio di intesa fra il Marocco e la UE comporta praticamente la libertà totale di accesso al mercato comunitario di tutta la frutta e verdura provenienti del Paese magrebino, dal momento che fissa quote soltanto per i prodotti che si considerano sensibili da un punto di vista della concorrenza, come pomodori, zucchine, cetrioli, agli, clementine e fragole; quote che, in ogni caso, superano quelle fissate nell'accordo precedente. Nel caso dei pomodori, le concessioni passeranno dal precedente contingente base di 185.000 tonnellate alle 257.000 ton nel 2013, pari a un incremento del 39%; mentre la quota delle zucchine raddoppia da 25.000 a 50.000 ton e quella delle clementine da 130.000 a 175.000.

Secondo la Federazione, in pratica si liberalizza il mercato degli altri prodotti, dal momento che l'intesa stabilisce un'esenzione totale dei diritti di dogana sulla base del valore, mentre riduce del 30% il prezzo di ingresso per tutta la frutta con nocciolo, per l'uva da tavola e per gli agrumi. E' il peggiore degli accordi possibili, secondo la dirigente della Federazione interprofessionale di frutta e ortaggi dell'Andalusia, Maria Jose' Pardo. ''E, per di più, coincide con la crisi del settore agricolo spagnolo''. Con le quasi 350.000 ton di pomodoro marocchino che accederanno ai mercati comunitari, la fissazione della quota è irrilevante per gli agricoltori iberici, che vedono nelle costanti violazioni dei contingenti fissati l'autentica radice del problema, che alimenta la concorrenza sleale dei prodotti marocchini.