World Food Moscow: il commento di alcuni degli imprenditori italiani presenti all'evento
Guido Bucci, Sales Manager - Azienda Agricola San Michele
"Rispetto allo scorso anno - ha dichiarato Guido Bucci - l'evento ha richiamato un numero maggiore di espositori, tra i quali molti operatori del settore ortofrutta, che sono presenti più al World Food Moscow che in altre fiere specializzate europee. Le aziende italiane di questo settore sono in una fase che definirei di "esplorazione" del mercato russo, senza essere ancora pienamente inserite in questo contesto.
"Al momento, la Russia costituisce una sorta di "valvola di sfogo" per la produzione ortofrutticola europea. I prezzi sono in media più bassi che in Europa, ma il mercato sembra essere capace di autoregolarsi molto bene".
Piero Bussadori, General Manager - Le Quattro Stagioni
Anche Piero Bussadori ha riscontrato quest'anno una maggiore affluenza di visitatori ed espositori al World Food Moscow. "Il mercato russo - ha commentato - è in piena evoluzione. A metà degli anni '90, il consumo di frutta e verdura era roba da ricchi; oggi invece la GDO locale ha una politica di bassa qualità e prezzi parimenti bassi, cosa che ha contribuito a far crescere la domanda. Il trasporto delle merci verso la Russia avviene prevalentemente per via camion o nave, mentre per alcune referenze si passa attraverso l'intermediazione olandese".
Mauro Zanchetta, Responsabile Commerciale - Due Erre Import/Export
"La nostra compagnia ha partecipato l'anno scorso con uno stand preallestito - ha dichiarato Mauro Zanchetta - mentre per questa edizione del World Food Moscow abbiamo optato per uno stand personalizzato. La Due Erre Import/Export è presente sui mercati russo/ucraino/bielorusso da 6 anni. Si tratta di mercati non facili, ma che offrono grande soddisfazione in termini commerciali. Qui, a differenza che in Europa, è importante conoscere personalmente il cliente e incontrarlo periodicamente per consolidare il rapporto".
"Tra le problematiche principali, c'è quella del credito e quella della burocrazia (certificazione obbligatoria e trafile doganali). Inoltre, le condizioni di pagamento devono essere impostate in modo da risultare convenienti per gli importatori russi, i quali incontrano moltissima concorrenza. La logistica locale crea qualche disagio, in termini di incertezza dei tempi di consegna e di affidabilità. Anche per tutti questi motivi, l'Italia copre una percentuale molto ristretta della domanda russa; i nostri produttori non hanno infatti ancora ben compreso le potenzialità di questo mercato".