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Filippine: gli ecologisti contro i pesticidi spruzzati via aerea nelle piantagioni di banane

Il governo delle Filippine si trova obbligato a fare una scelta difficile tra il fatturato in dollari che deriva dall'export di banane e la responsabilità di proteggere la salute pubblica, minacciata dalla pratica della spruzzatura aerea di pesticidi. In considerazione del fatto che il 45% delle banane filippine vengono esportate in Giappone, ora gli ecologisti vogliono arruolare perfino i consumatori giapponesi e farli aderire alla loro battaglia in favore del divieto permanente della pratica di spruzzatura aerea.

Gli ecologisti, insieme agli agricoltori, chiedono ai produttori di banane di abbandonare la diffusione aerea di fungicidi nel sud dell'isola di Mindanao, a seguito dei risultati di uno studio commissionato dal governo. In questo studio viene evidenziata una connessione tra uso di pesticidi e malattie, che colpiscono i produttori stessi o quelli delle piantagioni vicine.

Le piantagioni di banane Cavendish ricevono via aerea agrofarmaci come Clorotalonil o Mancozeb, fungicidi ad ampio spettro d'azione che agiscono per contatto fogliare, e che vengono utilizzati per constrastare la Black Sigatoka (fitopatia fungina delle banane, dovuta al patogeno Mycosphaerella fijiensis) che attacca le piante. Gli attivisti chiedono di rimpiazzare le sostanze chimiche con metodi naturali di controllo dell'infestante o di optare per la diffusione dal terreno.

Mindanao è la principale regione filippina per la produzione di banane, gomma, mais e cocco. Circa 60.000 ettari sono destinati alla coltivazione di banane e il settore, che vanta una storia lunga oltre 40 anni, impiega 600.000 persone. L'export delle banane costituisce la seconda maggiore entrata economica per le Filippine (780 miliardi di dollari all'anno), seguita dal settore del cocco.