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Lezione 4 - Il debito pubblico ti riguarda piu' da vicino di quanto pensi (Seconda parte)

Nella precedente puntata abbiamovisto una delle possibili - ma per alcuni aspetti devastanti - vie di uscita da uneccessivo debito pubblico: quella della svalutazione della moneta, conconseguente inflazione o iper-inflazione (vedi precedente articolo). LoStato italiano, però, a differenza della Repubblica di Weimar degli anni '20 del Novecento non puòdecidere autonomamente di svalutare la propria moneta, in quanto fa ormai parte dell'area dell'Euro.

Come abbiamo detto nella precedente puntata, il debito pubblico è solitamente rappresentato da Titoli di Stato e, per quanto riguarda il nostro Paese, esso continua a crescere. Nel primo trimestre del 2010 saranno emessi in Italia titoli per almeno 28 miliardi di euro, come comunicato dal Ministero del Tesoro.

Si tratta, se dividiamo questo importo per tutta la popolazione italiana (circa 60 milioni, neonati inclusi) di un aumento del debito procapite pari a 460 euro in più, da sommarsi ai 30.000 euro di debito che già pendono sulla testa di ogni singolo cittadino italiano, come stimato a metà dicembre dalla Banca d'Italia.

Per ridurre il debito, le strade percorribili dal nostro Paese sono: aumentare le tasse,diminuire le spese pubbliche oppure stimolare la crescita economica(aumentando così il PIL). Non è indifferente, ai fini del futuro nostro e dei nostri figli, quale di queste strade si deciderà di percorrere. C'è però anche un altro fattore di cui tenere conto: chi sono oggi i detentori del nostro debito pubblico.

Chi detiene il debito italiano?
Un tempo, i Titoli di Stato erano il principaleinvestimento per i risparmi delle famiglie, cosa che, secondoalcuni economisti "ha costituito il più forte legame tra gli Stati e iloro popoli nelle nazioni democratiche". Gli interessi dello Stato edei cittadini finivano infatti per coincidere: essendo detentori del debitonazionale, i cittadini erano cointeressati ad una gestione sensatadelle finanze pubbliche e alla solvibilità dello Stato, che eratutt’uno con i loro risparmi.

Oggi, anche in Italia, la situazione è mutata. Le famiglie hanno drasticamente ridotto la loro percentuale di risparmio in Titoli di Stato, mentre è enormemente cresciuta la quota di debito in mano a soggetti stranieri: essa supera il 50%.

Detentori di Titoli di Stato italiani - Anni 1991-1998-2005-2006-2007-2008 – Giugno 2009. Fonte: Supplemento al Bollettiino statistico Bankitalia n° 60/2009 "Finanza pubblica" del 11-2009). Valori percentuali.


Il fatto che il possesso di oltre la metà dei nostri titoli sia in mano di entità estere può crearci problemi gravissimi. Il nostro debito non è più, per così dire, "in famiglia" e potrebbero essere proprio le famiglie italiane a pagarne le conseguenze, a cominciare dalle pensioni.

Il debito pensionistico
Ildebito di Stato contabilizzato e dichiarato è solo una partedell’indebitamento pubblico complessivo. Sotto, c’è un altro debito occulto eoccultato, che non appare nei bilanci: quello creato dalla promessa dipagare le pensioni ai cittadini. Una promessa "allo scoperto", inquanto non vengono accantonati fondi per mantenerla. Secondo alcunieconomisti, l'ammontare di questo debito pensionistico "occulto"rappresenta oltre il 200% del PIL di una nazione; per l’Italia forsequalcosa di più.

Il rischio potenziale, che cresce al crescere del debito, è quello che un giorno lo Stato sia costretto a scegliere quale creditore pagare per primo: se i pensionati oppure gli investitori istituzionali e i paesi esteri che hanno in mano i Titoli del nostro debito. Secondo gli economisti non ci sono dubbi: lo Stato pagherà questi ultimi e niente rimarrà per i pensionati.

Che fare?
Per non trovarsi impreparati di fronte agli scenari futuri, la prima cosa da fare è quella di rivolgersi ad un consulente, per fare il punto della situazione e analizzare seriamente la reale efficacia degli strumenti di risparmio e previdenziali dei quali si è già in possesso. Quel che infatti poteva sembrarci fino a ieri idoneo e sufficiente, potrebbe rivelarsi una lancia drammaticamente spuntata proprio nel momento di maggiore bisogno.

Per maggiori informazioni:
www.iononcicascopiu.it
AZ Investimenti SIM SpA
P.zza F. Crispi, 1
90139 Palermo
Tel.: +39 091 8434700
Sara Dolce
E-mail: sara.dolce@azsim.it
Antonio Fricano
E-mail: antonio.fricano@azsim.it
Pietro Marcianò
E-mail: pietro.marciano@azsim.it

Leggi anche le puntate precedenti:
Lezione 1: non gettiamo il bambino della cultura finanziaria insieme all'acqua sporca della speculazione

Lezione 2 - Tutto quello che avresti sempre voluto sapere sull'origine della crisi (Prima parte)

Lezione 2 - Tutto quello che avresti sempre voluto sapere sull'origine della crisi (Seconda parte)

Lezione 3 - Quello che abbiamo imparato, o dovremmo imparare, dalla crisi

Lezione 4 - Il debito pubblico ti riguarda piu' da vicino di quanto pensi (Prima parte)