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Tonino Rubolino di Apofruit, intervistato da Sauro Angelini
"I soci che fanno capo alla nostra cooperativa - ha affermato Tonino Rubolino, tecnico responsabile area sud di Apofruit - hanno in totale 160 ettari di nuovi impianti di kiwi, equamente suddivisi fra verde e giallo. Ma altri 160 circa entreranno in produzione in pochi anni. Negli ultimi 4-5 anni è ripresa la fiducia verso questa coltura e i risultati sono molto positivi".
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Il kiwi non è di certo una coltura che si può improvvisare. Anzi, al giorno d'oggi serve una specializzazione molto marcata. Lo ha ben capito l'imprenditore Giuseppe Zuccarella che prima di dedicarsi al kiwi si è documentato bene. "Ho visitato altre zone d'Italia - ha dichiarato alla trasmissione condotta da Sauro Angelini - come l'Emilia Romagna e il Lazio. E ho capito che serviva innovazione. Attualmente possiedo 17 ettari di kiwi di cui 10 di Hayward e 7 di G3. Il reddito, finora, mi ha soddisfatto".
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Zuccarella ha un impianto moderno in cui il sesto è un 5x2,25 con cordone e spaghi per far salire la pianta, contro il tradizionale 4x4 ad alberello. "Quando i miei vicini hanno visto questa tecnica - ha aggiunto l'agricoltore - mi hanno preso per matto. Ma in realtà i risultati sono nettamente migliori rispetto alle vecchie tecniche, non adatte all'obiettivo di quantità e qualità che ci siamo prefissati".

Per un impianto protetto da teli antigrandine e/o antipioggia, la consulenza è stata chiesta alla Valente Pali. Pino Menga, referente per il sud della Valente Pali, ha spiegato che "per il kiwi giallo consigliamo vivamente la struttura con braccetti e la progettazione di un sistema che preveda anche la protezione con teli antipioggia. Occorre pensarci prima, perché il carico da calcolare per queste coperture è diverso rispetto ai normali teli antigrandine".