"Le previsioni iniziali sui volumi lavorati dal nord al sud Italia hanno subito, negli ultimi dieci giorni, una flessione a causa delle piogge. Esse hanno favorito la marcescenza delle bacche. Inoltre le operazioni di raccolta hanno subito un rallentamento perché quando piove - con la raccolta meccanica - per tre o quattro giorni è impossibile entrare nei terreni. Manca ancora poco più del 5% del prodotto da raccogliere, con frutti che stentano a maturare. Pertanto non arriveremo mai a processare i volumi stimati a inizio campagna (di 5,5 milioni di tonnellate). Presumo che entro la prima settimana di ottobre le lavorazioni in linea possano ritenersi concluse, a differenza di altre annate in cui si protraevano per un paio di settimane in più". Così dichiara Filippo Torrente, alla guida dell'omonima azienda familiare, giunta alla terza generazione di imprenditori.
La Torrente è una delle più grandi industrie conserviere del Sud Italia, il cui marchio identifica un'ampia gamma di trasformati di pomodoro 100% italiano, ottenuti sia da agricoltura biologica che convenzionale. Sono circa 80 le referenze di pomodoro, proposte in varie lavorazioni e formati, tra pomodorini interi, pelati, passata e a filetti, sughi pronti nei gusti della tradizione mediterranea, e una linea premium dedicata agli specializzati di alta gamma. Tali referenze sono ottenute attraverso la trasformazione di oltre 10 varietà di pomodoro, tra cui il rosso lungo e tondo, i pomodorini gialli, San Marzano dell'agro sarnese-nocerino, Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, il corbarino, i pomodorini di collina.
"Sul piano delle vendite - conclude Filippo Torrente - al momento il mercato è lento e, come ogni anno, le transazioni commerciali si vivacizzeranno a ridosso delle feste di Natale. In genere questo è il periodo in cui la parte industriale è restia a vendere, pertanto nell'incertezza si riforniscono i clienti di volta in volta, senza programmare grandi volumi".
La Torrente realizza l'85% del suo fatturato sul mercato italiano; per quanto riguarda l'export, il marchio è presente in Spagna, Regno Unito, Belgio, Svezia, Stati Uniti, Canada, Giappone e India. L'azienda è dotata delle certificazioni più accreditate a livello internazionale e dispone di uno stabilimento di 15.000 metri quadri, 4 linee di produzione e due stabilimenti per lo stoccaggio dei prodotti di circa 80.000 metri quadri. Tra i progetti in fase di realizzazione entro il 2024, c'è l'inaugurazione del nuovo stabilimento di 34mila mq, di cui 16mila mq coperti. L'obiettivo è potenziare la capacità produttiva, con volumi che si attestano oltre le centomila tonnellate di pomodoro trasformato.
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