Secondo dati FAO, le donne costituiscono il 45% della forza lavoro agricola del mondo: si va dal 20% in America Latina fino al 60% in alcune parti dell'Africa e dell'Asia. Se le contadine avessero lo stesso accesso alle risorse degli uomini, il numero di persone in carenza di cibo potrebbe calare fino a 150 milioni, grazie all'aumento della produttività (cfr. FreshPlaza del 28/08/2014).
In Europa secondo i dati Eurostat (2013), le donne coprono il 21% della forza lavoro impegnata nel settore agricolo, concentrate principalmente in Romania, Polonia e Spagna. Risulta modesto il loro peso sul totale delle donne occupate: nel 2011 era pari al 4%.
In Italia, i dati Istat sulle forze lavoro (2016) contano il 27% delle donne occupate in agricoltura. La presenza femminile in agricoltura pesa per il 3% del totale delle donne occupate, contro il 14% nell'industria e l'83% nei servizi.
Imprenditrici agricole
Le imprenditrici agricole sono circa 500mila. Il dato è sicuramente sottostimato, dal momento che il questionario di rilevazione del Censimento in Agricoltura prevedeva la possibilità di indicare un solo conduttore per azienda agricola ed è evidente che ciò non consente di cogliere quelle situazioni in cui la gestione dell'azienda è condivisa.
All'interno dell'universo delle imprenditrici agricole, infatti, andrebbe considerato anche il ruolo delle 431mila coniugi che lavorano nell'azienda familiare.
Il 49% delle imprenditrici non sono coniugate; quasi la metà (il 49%) ha superato i 60 anni; solo il 9% ha un'età al di sotto dei 40 anni. Rispetto all'universo dei giovani agricoltori, esse rappresentano il 32%. Il loro livello di istruzione è piuttosto eterogeneo: il 6% ha conseguito la laurea (stesso valore dei maschi, i quali però, in valore assoluto, sono il doppio); il 18% ha conseguito un diploma. C'è un 9% che permane ancora in una situazione di analfabetismo!
Mentre in agricoltura le imprenditrici conducono il 31% del totale delle aziende censite, esse rappresentano circa il 39% delle conduttrici del settore del commercio e il 33,4 % dell'ambito "Altri servizi".
Il lavoro dipendente
La presenza del lavoro dipendente femminile si registra in tutti i comparti produttivi e lungo l'intero processo di produzione del settore agro-alimentare: il suo peso percentuale sul totale del lavoro dipendente è del 42%.
Rispetto alle mansioni svolte, sul totale dei valori, la componente femminile svolge per:
● il 45% la mansione di "dirigente e impiegati"
● Il 31% la mansione di "operai e assimilati"
Nel ruolo di operai si registra una propensione femminile quasi doppia verso i rapporti di lavoro a tempo determinato, legati essenzialmente alle operazioni stagionali di raccolta e lavorazioni dei prodotti.
Il settore agricolo primario raccoglie, in valori assoluti, circa il doppio (257.678) delle dipendenti rispetto all'industria alimentare.
Le donne impiegate nel settore dell'industria alimentare sono circa 119mila (circa il 40% del totale degli addetti), di cui ben l'87% con un contratto a tempo indeterminato (percentuale che si avvicina a quella maschile pari a circa il90%). Esse rappresentano una piccola percentuale rispetto all'universo femminile occupato nel settore industriale (3%), ma con un peso nettamente più alto rispetto a quello espresso dai colleghi maschi (solo lo 0,02%).
A una lettura attenta dei dati, appare evidente la presenza della componente femminile nei vari comparti agricoli, a partire dalle coltivazioni arboree e orticole agli allevamenti, per arrivare all'attività di trasformazione industriale del prodotto agricolo.
Fonte: Associazione Nazionale "Le donne dell'ortofrutta". L'Associazione è la prima organizzazione del genere in Europa ed è caratterizzata dalla presenza di socie distribuite su tutto il territorio nazionale italiano, altamente professionalizzate ed esperte del settore.
Per maggiori info: ledonnedellortofrutta@gmail.com



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