"Resta a galla chi ha capito che questo è il nuovo mercato; inutile lamentarsi sempre che non è più come una volta". Marco Babbi, responsabile commerciale di "Finò, il finocchio italiano" si dimostra, come sempre, un operatore pragmatico. "Le cose sono cambiate, è vero, e probabilmente non torneranno più come prima. Allora da un lato ci si deve adeguare, dall'altro anticipare le nuove tendenze".
Il mercato del finocchio è, in questo periodo, abbastanza soddisfacente. "Non c'è troppo prodotto e, come dice un mio amico del comparto ortofrutticolo, quando sul mercato c'è un solo kg in meno rispetto alla domanda, i prezzi restano buoni. Siamo accompagnati da un'ottima qualità del finocchio, perché è piovuto poco. Ma ovviamente vi è il rovescio della medaglia: i costi sono aumentati per via delle irrigazioni, e comunque la mancanza di acqua sarà un grosso problema dei prossimi anni. Anzi, forse sarà 'il' problema, ma non vorrei sembrare troppo pessimista".
il finocchio Finò è presente in tutti i mercati del continente, principalmente Germania, Paesi Bassi ma anche altre nazioni dell'Europa Centrale. Attualmente le produzioni si trovano nelle regioni italiane di Puglia e Calabria (70% sul totale), Basilicata, Campania e Molise. "Abbiamo fornitori in più regioni, così da diversificare e ridurre i rischi" precisa.
"I costi di produzione, rispetto al 2019, sono almeno del 20% più alti. Quindi sarebbe normale che anche il prodotto venisse pagato mediamente un 20% in più rispetto al passato. Se, ad esempio, nel 2019 la Gdo faceva promozioni a 0,99 euro/kg, ora dovrebbe farle a 1,19 euro/kg, a meno che non voglia rimetterci in prima persona. I produttori non possono pensare di lavorare sottocosto", conclude Babbi.
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