"Il mercato per i formati retail, sebbene in ripresa, procede con una certa lentezza, ma è fisiologico nella fase post festiva, periodo caratterizzato dall’exploit del food service. Il problema resta il prezzo che, per quanto riguarda i derivati di pomodoro, registra un ribasso del 20%. Ciò a causa di un rapporto leggermente squilibrato tra domanda e offerta. Sul mercato, il pomodoro da industria non manca, ma sulla questione prezzo-partenza gioca anche la questione relativa alle materie prime, i cui prezzi - dopo in una fase in cui si erano spinti al rialzo in maniera incontrollata - sono tornati nella media rispetto periodo pre- pandemia, in particolare il vetro e la banda stagnata”. Così dichiara Filippo Torrente, alla guida dell'omonima azienda familiare, giunta alla terza generazione di imprenditori.
La Torrente è una delle più grandi industrie conserviere del Sud Italia, il cui marchio identifica un'ampia gamma di trasformati di pomodoro 100% italiano, ottenuti sia da agricoltura biologica che convenzionale. Sono circa 80 le referenze di pomodoro, proposte in varie lavorazioni e formati, tra pomodorini interi, pelati, passata e a filetti e una linea premium dedicata agli specializzati di alta gamma. Tali referenze sono ottenute attraverso la trasformazione di oltre 10 varietà di pomodoro, tra cui il rosso lungo e tondo, i pomodorini gialli, San Marzano dell'agro sarnese nocerino, Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, il corbarino, i pomodorini di collina.
“La campagna di trasformazione è stata lunga - spiega Filippo Torrente - Abbiamo lavorato fino a metà ottobre con temperature estive. E' stata complessivamente una buona annata, sebbene i prezzi in campagna del pomodoro, soprattutto nell’ultima fase, siano saliti alle stelle. In merito alle produzioni biologiche, persiste la tendenza che vede in diminuzione la richieste dei prodotti naturali. Per quanto ci riguarda, alla produzione sono saltati parecchi programmi relativi ai raccolti in biologico, per via di analisi che, nei campi investiti a tali produzioni, anche se per poco, alla prova dei test non andavano bene per alcuni valori. A ogni modo, se da un lato è assodato che la crisi abbia indebolito la domanda del biologico, rimane sempre una fascia di consumatori orientati alle produzioni naturali".
“Siamo del parere che per il comparto del pomodoro da industria la sfida futura punti alla sostenibilità. Tra i driver di crescita, la capacità di capire e rispondere alle vere esigenze dei consumatori, non solo rispetto alla qualità dei prodotti, ma anche e soprattutto rispetto alla sostenibilità e tracciabilità delle produzioni. Sul pack sostenibile resta sempre il problema del prezzo finale perché il consumatore, sebbene sensibile ai temi ambientali, alla fine guarda al prezzo”.
La Torrente realizza l'85% del suo fatturato sul mercato italiano; per quanto riguarda l'export, il marchio è presente in Spagna, Regno Unito, Belgio, Svezia, Stati Uniti, Canada, Giappone e India. L'azienda è dotata delle certificazioni più accreditate a livello internazionale e dispone di uno stabilimento di 15.000 metri quadri, 4 linee di produzione e due stabilimenti per lo stoccaggio dei prodotti di circa 80.000 metri quadri. Tra i progetti in fase di realizzazione entro il 2024, c'è l'inaugurazione del nuovo stabilimento di 34mila mq, di cui 16mila mq coperti. L’obiettivo è potenziare la capacità produttiva, con volumi che si attestano oltre le centomila tonnellate di pomodoro trasformato.
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