A fare da cornice alla giornata tecnica e divulgativa sulla filiera del kaki in Campania, che si è tenuta ieri 25 gennaio, è stato il magazzino di lavorazione della Op Giotto, organizzazione di produttori aderente all'associazione Aop Luce, presso Camponuovo Fasani di Sessa Aurunca (Caserta). L'incontro è stato un vero e proprio momento di dialogo, confronto, approfondimento e dimostrazioni in pieno campo per tutti gli attori della filiera del kako.
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Focus dell'appuntamento: le moderne tecniche di coltivazione e la distribuzione del prodotto sui mercati. Perché tenere questo appuntamento proprio in Campania? Il protagonista della mattinata, il kako, presenta una certa storicità nel territorio, tant'è vero che i primi impianti di kako in Italia vennero messi a dimora nel 1916 proprio in Campania, nello specifico nell'agro nocerino-sarnese.
Giacomo Galdiero, Presidente dell'OP Giotto ed Amministratore Delegato di Aop Luce ha dichiarato: "E' ben noto a tutti come la peschicoltura campana abbia attraversato anni bui, a causa di problematiche produttive e agronomiche, quindi si è avvertita l'esigenza di trovare coltivazioni alternative o quantomeno che assicurassero maggiori certezze economiche. E' proprio in questo scenario che il kako potrebbe rappresentare un valido sostituto alle drupacee, e permetterebbe di ammortizzare i costi legati anche alle strutture di lavorazione nel periodo autunno invernale".
Giacomo Galdiero
"Abbiamo riscontrato che il kako riscuote molto interesse da parte del consumatore, a prescindere dalla varietà. Sono sicuro delle ottime performance commerciali che questa referenza è in grado di assicurare, ma solo se si fa qualità, creandola già a partire dal campo, anzi dal vivaio. Solo aggregandosi, inoltre, è possibile vincere insieme le sfide di mercato".
"Le varietà di kaki a polpa soda detannizzate sono diventate, negli ultimi anni, tra le referenze più importanti nel periodo autunnale e invernale per l'OP Giotto e quindi, a livello commerciale, per tutta la AOP Luce. Per questo riteniamo strategico effettuare informazione e formazione a livello locale, affinché i nostri produttori possano diventare degli specialisti di questa coltura, particolarmente idonea al territorio campano", ha detto Galdiero a conclusione del suo intervento.
Vito Vitelli
Da parte sua, l'agronomo Vito Vitelli ha rivolto una sorta di provocazione ai presenti, dicendo: "Siamo pronti per un nuovo prodotto? Il mercato chiede kaki con polpa soda e croccante, senza semi, e che siano belli da vedere e buoni da mangiare, ne sono un valido esempio il Triumph e il Rojo Brillante. Quindi come vincere le sfide di un mercato globale, riuscendo a stare alla pari dei nostri competitor? Qualità, offerta aggregata e competitiva, garantire massa critica: queste le strategie da perseguire. Per ottenere tutto ciò è importante comunicare con tecnici esperti del settore e aggregarsi a organizzazioni di produttori strutturate, che siano in grado di assicurare remunerazione ai produttori".
Da sinistra Antonio Cipolletta e Rosario Cipolletta
All'interno del suo intervento Vito Vitelli, oltre a illustrare le tecniche innovative di coltivazione, ha parlato dell'ambizioso circuito Melotto®, di cui egli stesso è stato l'ideatore.
La giornata si è conclusa con una visita guidata nei campi di kako di Op Giotto e in quelli di nuova costituzione e già in produzione dell'azienda New Apple dei fratelli Cipolletta.