Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Nelle zone allagate dell'Emilia Romagna

Patate e cipolle: è andata perduta parte della produzione

Dove è arrivata l'alluvione si può dare per scontata la perdita delle patate che, in questa stagione, erano in fioritura. Purtroppo, 24 ore sott'acqua sono più che sufficienti per distruggere la piantagione. Ma anche per le cipolle le cose non vanno molto meglio: pur resistendo di più, il rischio di perdere il raccolto è concreto. Stiamo parlando ovviamente delle zone dell'Emilia Romagna colpite dall'alluvione dei giorni scorsi, più precisamente delle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Bologna. 

"Attorno al fiume Idice, a Medicina di Bologna - afferma il produttore Alberto Zambon - ci sono almeno 2000 ettari di campi allagati. Qui vi sono, fra le altre coltivazioni, anche tantissime patate, cipolle e pomodoro da industria". 

La zona allagata del fiume Idice, a Medicina (Bologna)

Zambon conferma che dove non vi è stata l'alluvione, ma solo ristagni idrici per le piogge abbondanti, le patate vanno monitorate perché potrebbero registrarsi problemi dopo 6-7 giorni. Le cipolle sono più resistenti e, dove non vi è stata alluvione, dovrebbero riprendersi.

"I nostri nonni - aggiunge Zambon - citavano un proverbio che dice: 'la miseria arriva in barca'. Ciò sta a significare che le alluvioni, ma anche le piogge abbondanti fuori stagione, sono la prima causa di problemi, per gli agricoltori. Come purtroppo conferma la situazione attuale". 

"Purtroppo il sistema idrico della regione, ma credo un po' in tutta Italia, è quello di 50 anni fa, con pochi miglioramenti. Mentre le aree cementificate sono aumentate enormemente. Tutta la rete idrica di scolo andrebbe ripensata non solo per queste emergenze, ma per la normale situazione".