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Il parere di Giovanni Zanzi

"Il comparto pere corre forte all'estero, ma possono esserci prospettive di ripresa anche in Italia"

“Il settore delle pere ha ancora prospettive, anche se al momento ci sono più richieste dall’estero che non dall’Italia. Di certo occorre cambiare mentalità nell’approccio a un nuovo frutteto”. Lo afferma Giovanni Zanzi, contitolare della Vivai F.lli Zanzi di Ferrara, da sempre fra le maggiori realtà nella produzione e commercializzazione di piante da frutto.

“Negli ultimi mesi abbiamo avuto forti richieste dai paesi dell’est: Russia, Azerbaigian, Uzbekistan, Armenia, Georgia, tanto per citare alcune nazioni. La varietà più esportata è stata Conference, Kaiser ma anche Santa Maria, William e l’Abate, quest’ultima specialmente in Russia”.

Giovanni Zanzi durante la scorsa edizione di Interpoma

I russi stanno piantando tanti peri e tutte le tipologie di frutta possibile, segno che vogliono essere sempre più autosufficienti, una politica che hanno intrapreso in tempi non sospetti, ben prima delle ultime sanzioni (cfr. Freshplaza del 9 giugno 2016). 

Ma all’estero Zanzi ha esportato molto anche in Francia e in Spagna, con piante di pero innestate su portinnesto Fox9, adatto per il ristoppio, resistente a terreni calcarei e con totale affinità. Anche nel nord Africa le richieste di peri sono state significative, con William, Abate, Carmen ed Eden Gold in primis, varietà su licenza Bendor. E come mai allora in Italia, ed Emilia Romagna, il settore delle pere è così in difficoltà?

“Volendo esprimere un concetto vivaistico - precisa Zanzi - e non commerciale della frutta, posso dire che per tanto tempo è stato facile, alla portata di tutti, coltivare il pero. I terreni permettevano l’uso dei principali portinnesti senza particolari problemi e non vi erano malattie che costringevano a studi e sperimentazioni. I terreni, inoltre, avevano una percentuale di sostanza organica sufficiente, che è andata via via scemando. Avevamo tutti i mezzi necessari per combattere le avversità patologiche, la chimica ci aiutava a difenderci dai patogeni più nocivi. Oggi è tutto cambiato, le politiche europee, la continua riduzione delle molecole chimiche a difesa dei nostri frutteti ci ha messo in difficoltà. Per questo è indispensabile non fare errori.

Per riassumere: “Oggigiorno è ancora possibile fare reddito e ottenere buoni risultati, ma un singolo impianto va studiato nei minimi dettagli, incrociando le analisi del terreno al tipo di portinnesto e alle varietà, piante di qualità sane e certificate, scegliere il luogo di piantagione del frutteto per identificare le eventuali criticità ambientali. Pensando inoltre ai cambiamenti climatici e al fatto che brinate, vento forte, grandinate devastanti o siccità non sono più eventi rari, ma frequenti”.

Ma se l’estero ha fatto la parte del leone (Zanzi calcola un 90% di export sul pero) in Italia qualcosa si è mosso. “Si cominciano a piantare nuove varietà e sempre di più quelle a club. Penso a Fred, Eden Gold, a Crea 194 varietà di cui siamo licenziatari. Abbiamo lavorato con imprenditori per nuovi impianti di Abate in provincia di Reggio Emilia, Lazio, Abruzzo e Toscana; Turandot, Coscia e Carmen (Sud Italia), Crea 194 sono state alcune fra le pere più richieste”.

“Il mercato chiede innovazione: le pere di aspetto attraente e sapore molto accattivante hanno un futuro sicuramente roseo” conclude Zanzi.

Vivai F.lli Zanzi
44124 Ferrara - Italy
+39 0532 719072
vivaizanzi@vivaizanzi.it 
www.vivaizanzi.it