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Svetta la frutta fresca

Nel 2021 torna a crescere lo spreco alimentare in Italia

Venerdì 4 febbraio 2022, a Roma, è stata presentata la nona edizione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, che si è festeggiata sabato 5.

La Giornata ricorre dal 2014 quando, su iniziativa del fondatore prof. Andrea Segrè, coordinatore Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (PINPAS) del Ministero dell’Ambiente, furono convocati gli Stati generali della filiera agroalimentare italiana.

Tra i presenti all'evento, Antonio Parenti, direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, il quale ha dichiarato: "A livello globale, lo spreco alimentare equivale a produrre 33 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Dopo qualche anno positivo, purtroppo l'anno scorso in Italia si è registrata nuovamente una crescita degli sprechi alimentari: +15%. Il nostro Paese rimane comunque uno dei più virtuosi, così come l'intera Europa".

Risale la freccia dello spreco alimentare domestico
Il ritorno alla vita sociale, nella convivenza con il virus, ci ha resi meno attenti nella gestione e fruizione del cibo. Si interrompe così un trend partito nel 2019: lo spreco del rapporto 2022 (riferito al 2021) è di 595,3 grammi pro capite a settimana, ovvero 30,956 kg annui. Nel rapporto 2021 (riferito al 2020) erano circa 529 grammi settimanali. Lo attesta il Rapporto "Il caso Italia" 2022 di Waste Watcher International (riferito al 2021).

Il dato si accentua al Sud (+18%), per i nuclei familiari senza figli (+12%) e nei centri urbani sotto i 100mila abitanti. Va meglio nelle metropoli, che sprecano -10% della media. Vale complessivamente 7,37 miliardi di euro lo spreco del cibo nelle case italiane: una cifra vertiginosa (il doppio di quella stanziata per contrastare il caro energia), che corrisponde a 1.866.000 tonnellate di cibo sprecate annualmente. Sommata allo spreco di filiera (produzione/distribuzione), arriviamo a quasi 10 miliardi e mezzo.

L'indagine 2022 Waste Watcher spiega che, nella hit degli alimenti più spesso sprecati svetta la frutta fresca (27%), seguita da cipolle aglio e tuberi (17%), pane fresco (16%), verdure (16%) e insalata (15%).

Un italiano su 2 (47%) ammette di scordare spesso il cibo acquistato, il 46% sostiene che il cibo era reduce dal frigorifero dei negozi e a casa è deperito in fretta. Un italiano su 3 (30%) confessa di calcolare male le quantità di cibo che servono in casa, ma anche (33%) di essere preoccupato di non avere abbastanza cibo a casa, quindi di esagerare negli acquisti. I dati Waste Watcher dimostrano, quindi, che ci sono ampi margini di miglioramento nelle fasi di acquisto e gestione del cibo, nell’ottica di prevenire lo spreco domestico degli alimenti.

Ma qual è la prima conseguenza dello spreco alimentare, secondo i consumatori italiani?
Al top lo sperpero di denaro, vissuto come aspetto più grave da oltre 8 italiani su 10 (83%). La gestione oculata del cibo va quindi di pari passo con quella del bilancio familiare, ma si riflette anche sull’effetto diseducativo per i giovani (83%), sull’immoralità intrinseca dello spreco alimentare (80%) e delle risorse (78%) e sull’inquinamento ambientale (76%).

L'Italia resta la nazione più virtuosa nel "G8" dello spreco
"La tendenza a una diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone con un'incidenza del 60-70% sulla filiera campo-tavola, ha interrotto sensibilmente il suo slancio positivo con il ritorno alla vita sociale, sia pure in distanziamento e nella delicata convivenza con il coronavirus", ha spiegato l'agroeconomista Segrè, fondatore anche della campagna Spreco Zero.

"Una battuta di arresto che si spiega in parte per la ripresa del consumo extra-domestico, pur con tutte le limitazioni del caso e in parte per la difficoltà generale delle condizioni di vita dell'ultimo anno e il disorientamento generato da una pandemia che stenta ad allentarsi. L'Italia resta comunque la nazione più virtuosa nel G8 dello spreco, che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836 grammi e i cittadini inglesi con 949 g, i tedeschi con 1081 g, i canadesi con 1144 g, i cinesi con 1153 grammi e, in fondo, i cittadini statunitensi che 'auto-denunciano' lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Tuttavia guardando anche alla tipologia dei prodotti che sprechiamo - frutta, verdura, pane… - è evidente che dobbiamo fare ancora molta strada per ridurre lo spreco e, al contempo, migliorare la nostra dieta alimentare".

Per maggiori informazioni: www.sprecozero.it