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La Op Primo Sole fa un bilancio sulle sue produzioni in tempo di Covid-19

Finocchio Dolce Lucano: il confezionato di prima gamma rassicura il consumatore nella scelta di acquisto

Il bilancio del primo anno del marchio Dolce Lucano è sicuramente positivo. Il mercato ha accolto favorevolmente un finocchio di fascia premium che si differenzia dal generico non solo per qualità, ma anche per l'alto contenuto di servizio e per l'anima green del progetto.

"Le vendite sono state stabili fin dal lancio del brand, ma in linea con le nostre aspettative. Neanche il Coronavirus ci ha fermati... anzi!", sostiene Francesca Appio, responsabile amministrativa e della comunicazione della Op Primo Sole. "Soprattutto nelle prime tre settimane di lockdown, le richieste sono aumentate. Crediamo che il confezionato di prima gamma, in generale, abbia rassicurato il consumatore nella scelta di acquisto".

Quello che purtroppo la quarantena ha causato alla Op è un arresto sulla comunicazione in store. "Non abbiamo potuto organizzare alcun evento, ma speriamo di rifarci nella prossima campagna. Inoltre, non abbiamo potuto pianificare incontri B2B con altri buyer della Grande distribuzione organizzata, al fine di ampliare la presenza a scaffale anche in altre zone di Italia – continua la responsabile della comunicazione della Op – Oggi il finocchio Dolce Lucano è infatti presente perlopiù nelle regioni del nord. Grande soddisfazione per noi è stata la volontà di una catena distributiva, presente nel sud Italia, di inserire il nostro prodotto in assortimento, al fine di valorizzare le produzioni locali".

Sull'andamento produttivo-commerciale del finocchio, la responsabile commerciale Rosangela Appio dichiara: "Nelle ultime due settimane, si registra una diminuzione del prodotto in campagna, dovuta all'anticipo della maturazione dei cicli invernali, per via delle alte temperature registrate durante il periodo. Il conseguente leggero aumento dei prezzi notato sui mercati negli ultimi 15 giorni è, quindi, dovuto a questo e non a ragioni speculative, come purtroppo la stampa nazionale non di settore ha più volte rimarcato".

"I listini attuati da noi aziende di produzione e commercializzazione rispecchiano il più alto costo d'acquisto del prodotto grezzo. Altro aspetto che noi, come organizzazione di produttori, dobbiamo considerare nella commercializzazione è che ai nostri soci va garantita la giusta remunerazione per il prodotto conferito, che oggi deve rispecchiare non solo l'aumento del valore del grezzo, ma anche i maggiori costi sostenuti per far fronte all'emergenza Covid-19".

Parlando dei volumi richiesti, la responsabile commerciale segnala che, nelle prime due settimane di lockdown, gli ordini sono aumentati irrazionalmente, sia in Italia sia all'estero, spinti dalla corsa all'approvvigionamento. "Dopo questo primo momento, però, la situazione si è normalizzata. I volumi richiesti restano comunque superiori al pre-quarantena. Ormai, e in anticipo per i motivi evidenziati, siamo giunti quasi a fine campagna".

Conclusa una positiva campagna del cavolfiore
Una stagione 2019/20 delle brassiche molto altalenante, con vuoti di produzione che hanno innalzato bruscamente i prezzi, soprattutto nelle ultime due settimane. "La domanda di cavolfiore da parte del consumatore finale ha registrato dei picchi non prevedibili. La nostra campagna è terminata in questa settimana, in maniera positiva", sostiene Rosangela Appio.

Fragole Candonga Top Quality: inizio incerto di stagione
"Per le fragole, l'inizio campagna è stato molto preoccupante e la paura che i nostri soci non riuscissero a ricevere una remunerazione consona all'investimento sostenuto era tanta. La stagione delle fragole è iniziata in concomitanza con il lockdown e la chiusura dei mercati rionali, dei ristoranti, dei bar, delle pasticcerie. Praticamente, è stato tagliato fuori tutto il canale dei mercati generali e Horeca, segmento commerciale tradizionalmente più favorevole per prodotti premium, come le nostre fragole Candonga Top Quality", spiega la responsabile commerciale.

"Non ci siamo però persi d'animo e abbiamo chiesto supporto alla Gdo nazionale, che è il maggior canale distributivo per altri nostri prodotti. La risposta è stata positiva: abbiamo, infatti, introdotto tale referenza sui banchi ortofrutta di catene che prima non fornivamo".

Per via del lockdown, si sono registrate diverse difficoltà in termini di logistica e manodopera. Giuseppe Appio, amministratore della Op Primo Sole, però sottolinea: "L'organizzazione e la pianificazione a 360 gradi dalla coltivazione alla raccolta, dalla lavorazione alla commercializzazione, ci hanno permesso di non accusare il colpo. I nostri lavoratori sono sì stagionali e perlopiù stranieri, ma al contempo sono squadre di raccolta e lavorazione specializzate e consolidate, che lavorano con noi da molti anni. Grazie a un lavoro dignitoso, si sono perfettamente integrati nella nostra comunità e vivono qui in Italia, tornando a casa per le vacanze".

"A oggi credo che le aziende agricole e i magazzini di lavorazione non possano e non debbano sperare nei flussi migratori stagionali per reperire manodopera occasionale, che copra i nostri picchi di produzione", spiega l'amministratore della Op.

A proposito dell'emergenza Covid-19, gli ultimi mesi sono stati molto impegnativi e il settore agricolo è stato il motore portante dell'economia nazionale. Qualcuno ha definito i player agricoli eroi alla stregua della categoria sanitaria e delle forze dell'ordine. "Noi non ci siamo mai fermati! Non siamo degli eroi, siamo stati semplicemente pronti a reagire e fortunati. L'agricoltura è abituata a fronteggiare mille intemperie e mille eventi imprevedibili – commenta Francesca Appio – Siamo stati fortunati, perché apparteniamo al settore primario: quello dei beni di prima necessità. Termini e definizioni scontati e banali prima del Coronavirus, ora invece carichi di significato e responsabilità".

"Siamo fortunati perché siamo tra i pochi che non hanno dovuto tirare giù la serranda e che, con le dovute precauzioni, hanno continuato a lavorare, garantendo che i banchi dell'ortofrutta non fossero mai vuoti. Le difficoltà organizzative - come reperire le mascherine, organizzare turni per garantire il distanziamento sociale, sanificare gli ambienti - all'inizio non sono mancate e, forse, abbiamo perso un po' in efficienza produttiva, ma non possiamo di certo lamentarci".

Se da un lato, la Op non ha subito l'impatto negativo della costrizione in casa, dall'altra la responsabilità della salute di dipendenti e collaboratori si è fatta sentire.


La famiglia Appio all'ultima edizione di Fruit Logistica.

"Siamo felici di aver contribuito a rendere le giornate di tante famiglie italiane più dolci con le nostre fragole e più croccanti con il nostro finocchio. Siamo orgogliosi che il consumatore abbia riscoperto l'ortofrutta italiana e le interazioni sui canali social dimostrano come voglia saperne di più sulla frutta e sulla verdura che mangia, chi e cosa c'è dietro – sottolinea la responsabile della comunicazione della Op – Quello che però dispiace è che non ci sia stata una comunicazione istituzionale che abbia valorizzato il nostro settore e il lavoro da noi svolto. Che siamo stati bravi, ce lo diciamo da soli, tra di noi".

Infine, Giuseppe Appio dichiara: "Andrà tutto bene è un messaggio di speranza, per credere nel futuro. L'agricoltura rappresenta questo: seminare per raccogliere, ma non si avrà mai un buon raccolto senza il duro lavoro dell'agricoltore".

Contatti:
Giuseppe Appio
Cell.: +39 333 9561321
Rosangela Appio
Cell.: +39 3891569876
OP Primo Sole
S.S. 175 km 30,500 sc
75024 Montescaglioso (MT)
Tel./Fax: +39 0835 201993
Email: info@opprimosole.com / op.primosole@pec.it