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La variabile climatica nella coltivazione di radicchio: la testimonianza di Geofur

"Dopo che i trapianti erano risultati in ritardo a causa di una nevicata nel mese di marzo 2018, il caldo anomalo ad aprile ha mandato il radicchio a seme, con ingenti perdite di produzione. Al primo di settembre, poi, c'è stata una bomba d'acqua che ha compromesso, anche in quel caso, la raccolta causando ingenti perdite. Il clima sta diventando una delle variabili cruciali in questa produzione, quindi l'organizzazione e l'esperienza diventano fattori essenziali". A parlare è Cristiana Furiani, titolare dell'azienda specializzata in radicchio Geofur, nonché presidente del Consorzio di tutela del Radicchio di Verona IGP.

Cristiana Furiani in un campo di radicchio, in occasione della visita da parte di una troupe televisiva.

Nello stilare un bilancio dell'annata 2018, Cristiana sottolinea che, malgrado le superfici di radicchio in crescita fuori dall'Italia, si è verificata una certa carenza di prodotto proveniente dall'estero, almeno fino al mese di luglio, cui è però seguito un ribaltamento della situazione: "All'estero, dove la produzione sta aumentando, i trapianti sono avvenuti in ritardo, lasciando spazio al prodotto italiano almeno fino a luglio. Il che però significa che, al momento, stanno raccogliendo tutti insieme! E infatti l'Europa è invasa di radicchio, cosa che si riflette anche sui prezzi".

Perfino in Italia, patria del radicchio, arriva molto prodotto dall'estero, probabilmente più destinato alle lavorazioni di quarta gamma che non al consumo del cespo intero. La Polonia si delinea come grande produttore sia per il mercato interno sia come esportatore, specialmente nel periodo estivo. "Altri paesi esteri dove la coltivazione di radicchio sta crescendo sono Spagna, Austria, Regno Unito, Svizzera, che però sono più orientati verso la vendita sui rispettivi mercati interni".

Cristiana Furiani commenta: "La crescita della produzione di radicchio all'estero ci preoccupa fino a un certo punto, perché la loro offerta va bene solo quando le condizioni climatiche sono ideali. Quando però la "variabile clima" crea problemi, manca quella "variabile esperienza" per poterli affrontare adeguatamente. Tant'è vero che a luglio non esisteva praticamente offerta di radicchio estero, mentre noi dall'Italia siamo riusciti a garantire qualità e quantità grazie al know-how in questo segmento".

"Parlando ancora di clima - spiega Cristiana - ci siamo trovati a dover lottare contro avversità di vario genere praticamente ogni mese del 2018. Ci ha salvato soltanto l'organizzazione e la grande professionalità ed esperienza, per cui siamo riusciti a fornire radicchio con continuità tutto l'anno".

La domanda di radicchio appare in crescita. Mentre al nord Italia il consumo è stabile, "esistono al contempo - dice Cristiana - piccoli segnali di crescita nella domanda anche al centro e al sud italia, mercati certamente non tradizionali per il radicchio e quindi non saturi, dove le possibilità di espansione sono interessanti. Non è un caso che alcune emittenti televisive si occupino di approfondire gli aspetti poco noti di questo prodotto, soprattutto per quanto riguarda il radicchio di Verona, versatile in gastronomia e connotato da caratteristiche nutraceutiche di pregio. Siamo particolarmente orgogliosi di questa attenzione, considerando quanto ci siamo spesi - come Consorzio di valorizzazione e tutela - proprio per la conoscenza e il rilancio del Radicchio di Verona".

Un prodotto che, complici le rese per ettaro nettamente inferiori ad altre tipologie, rischiava di scomparire.

Contatti:
OP Geofur 
Via Gallese, 17
37045 Legnago (VR)
Tel.: (+39) 0442 641344
Fax: (+39) 0442 641426
Email: info@geofur.it
Web: www.geofur.it