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Un'anguria italiana su quattro proviene dall'agro Pontino: avviato il progetto RED e l'iter per l'IGP

La notizia, in anteprima per FreshPlaza, è che il distretto dell'anguria dell'Agro Pontino ha iniziato la lunga marcia per il riconoscimento IGP. Proprio mentre scriviamo queste righe, è in corso a Sabaudia una riunione di produttori e addetti ai lavori per ragionare sul disciplinare stringente previsto dall'iter e sul coinvolgimento della filiera intorno all'obiettivo di qualità necessario perché l'Anguria Pontina (dalla particolare dolcezza della polpa, con i suoi 9/10 gradi Brix di tenore zuccherino), ottenga il marchio di origine che viene attribuito dall'Ue a quei prodotti agroalimentari per i quali la reputazione dipende dall'origine, e la cui produzione e trasformazione avviene in un'area determinata.



Con 70 cooperative, 400 aziende a indirizzo polivalente, 6 centri di imballaggio, 8 vivai e quattromila addetti, il territorio pontino è già ora il massimo produttore di angurie in un'area che è quarta per produzione di ortaggi. Il 25% di tutte le angurie coltivate in Italia proviene da qui, dal cosiddetto Triangolo d'oro tra Terracina, Sabaudia e Fondi.



"E' il cosiddetto "stacchino" che decide il momento esatto della raccolta manuale, che può avvenire solo quando la buccia tende al biondo, la polpa è di rossa, i tegumenti seminali sono duri e lo strato gelatinoso che avvolge i semi è scomparso. Il peso di ogni anguria è compreso tra i 5-12 kg per il tondo, 7-16 kg per la tipologia ovale e 7-20 kg per l'allungato", spiega a FreshPlaza Claudio Filosa, da 25 anni alla guida della coop Latina Ortaggi che ora vorrebbe mettere insieme tutta la filiera e avviare, appunto, l'iter per l'ottenimento dell'IGP.


Claudio Filosa

Se i dati Istat assegnano 2mila ettari dell'Agro Pontino alla coltivazione dell'anguria, le rilevazioni empiriche dei produttori e i dati provenienti dai vivai consentono agli addetti ai lavori una stima di non meno di 5mila ettari reali tra campo aperto e serra (il 90%) "per una produzione massima a ettaro di 60/70 tonnellate in piena terra e 50/60 tonnellate nel tunnel piccolo".


Sopra e sotto: foto scattate in campo presso l'azienda di Davide Lorenzetto, uno dei produttori associati nella Cooperativa Latina Ortaggi.



Le varietà più diffuse sono Zodiac e Caravan per le coltivazioni in serra, Sentinel e Melania in campo aperto. "Tutto ciò grazie anche alla deindustrializzazione della piana, alla salubrità dell'aria, dell'acqua che scende dai monti Lepini, filtrata dall'argilla del sottosuolo e di una insolazione pari a quella della Puglia", aggiunge Filosa nel corso della presentazione di RED: Rurale – Eccellente – Differente, il progetto di valorizzazione dell'Anguria Pontina: cinque serate a tema e un aperitivo gourmet, dal 26 luglio e fino al 29 agosto, per scoprire tutte le virtù del frutto simbolo dell'estate, abbinato alle eccellenze della provincia di Latina.



Intento della manifestazione promossa dalla Cooperativa Latina Ortaggi (che il 15 agosto aprirà le porte della sua azienda per un brindisi a base di Anguria Pontina e sessioni di assaggio comparate curate dal professor Giuseppe Nocca e dalla giornalista Tiziana Briguglio) è quello di sensibilizzare al consumo del prodotto d'eccellenza che si vorrebbe riconosciuto a livello comunitario per renderlo distinguibile da quello importato soprattutto da Spagna, Marocco e Tunisia, spacciato troppo spesso per locale.



In qualche modo si intendono ripercorrere le orme del kiwi, altra IGP locale, che negli anni '80 fu al centro di importanti iniziative di valorizzazione. Anche stavolta, gli eventi e l'attività educativa intendono coinvolgere produttori, consumatori e i futuri protagonisti (gli studenti degli Istituti agrari e dell'alberghiero).

Perché nell'anguria c'è molto di più di quanto si legge nella celebre ode di Neruda dedicata al "più fresco di tutti i pianeti, lo sferico, supremo e celestiale cocomero. E' il frutto della pianta delle sete. E' la balena verde dell'estate". "Ma forse abbiamo sbagliato a stagionalizzarlo", suggerisce Filosa. Degustazioni e show-cooking servono, a partire dalle serate di RED, a informare sulle caratteristiche nutraceutiche e sul corretto consumo. E il pairing, l'abbinamento con altri alimenti, punta "al pieno consumo, a destagionalizzare il prodotto: finanche i semi, se tostati adeguatamente e macinati, si prestano a essere usati come condimento, nella buccia c'è la citrullina che si trasforma in arginina essenziale per l'acido nitrico, necessario per la vasodilatazione", spiega Nocca, autore tra l'altro, per conto della Camera di commercio, di un Atlante delle eccellenze pontine. "Ma è un antiossidante, il licopene - dice ancora lo studioso - il contributo più importante dell'anguria, visto che ne contiene il doppio del pomodoro. Serve alla prevenzione dei tumori e alla lotta contro i radicali liberi".



E' stata sottolineata l'importanza del concetto di biodisponilità. In pratica, l'assorbimento dei micronutrienti di un alimento è condizionato anche dalle interazioni con gli altri cibi consumati nello stesso pasto, oltre che dai processi di trasformazione, manipolazione, cottura e dalle interazioni con l'organismo. "Ecco perché dobbiamo "far scatenare" gli chef, ecco perché abbiamo bisogno dell'Università per la ricerca. Qui vento e clima riproducono le condizioni originarie di un frutto che è arrivato nel XIII secolo dall'Africa e che, secondo le fonti orali, è coltivato nell'Agro Pontino dal dopoguerra. Ma la polpa soda e la maturazione perfetta si devono al fattore umano", conclude Nocca.


Nell'agenda dei protagonisti del distretto c'è anche il recupero di antiche varietà come il Bagnacavallo, coltivato nei pantani e capace di superare i 50 kg. L'anguria è sempre più valorizzata anche in cucina per piatti salati, elemento cromatico e aromatico di insalate, si abbina bene anche a salmone e crostacei, pollo grigliato, con i formaggi tipo feta, grana, uova sode, rucola e cipolla rossa.


Piatto dello chef Michele Ruggeri del Ristorante Centosedici di Terracina: zuppetta di anguria con crudo di triglia.

Infine le tappe di RED quando, a sorprendere con nuove combinazioni di sapore saranno gli chef Max Cotilli (Ristorante Satricum Latina – 26 luglio), Michele Chinappi (Ristorante Chinappi Formia – 31 luglio), Gino Verardi (Ristorante Centosedici Terracina – 7 agosto), Gianluca Nalli (Ristorante Incontramare Sabaudia – 23 agosto) e Nazareno Fontana (Ristorante Il Caminetto Terracina – 29 agosto).


RED è un progetto che gode del patrocinio di Coldiretti, Confcommercio Lazio Sud ed è inserito nell'ambito degli appuntamenti in programma per il decennale di Vinicibando, il salone del gusto nomade ideato da Tiziana Briguglio, quest'anno in programma dal 16 al 20 novembre. Collaborano all'iniziativa: La Bottega dell'Orto, Azienda agricola Casale del Giglio, Agrigelateria naturale Gretel Factory, CAPOL - Centro Assaggiatori Produttori Olivicoli Latina, Enrico Baratta Bus. Media Partner: INBRAND - IpMagazine.

Autore: C.A. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: