
FreshPlaza (FP): Quale scopo si è prefisso il Legislatore con l'istituzione della Rete del lavoro agricolo di qualità?
Gualtiero Roveda (GR): La legge 166/2014 di riordino del settore agricolo ha inteso creare con la Rete un elenco di imprese, in regola con le disposizioni in materia di lavoro, al fine di indirizzare l'attività di vigilanza nei confronti di quelle non appartenenti all'elenco.
FP: Quali sono i requisiti richiesti per l'iscrizione alla Rete?
GR: Possono aderire alla Rete le imprese agricole in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi, i cui titolari non abbiano riportato condanne penali per una serie determinata di delitti e non siano stati destinatari, nell'ultimo triennio, di sanzioni amministrative, anche se non definitive, per violazioni in materia di lavoro, legislazione sociale e rispetto degli obblighi relativi al pagamento delle imposte e delle tasse. La regolarizzazione delle inosservanze sanabili e il pagamento in misura agevolata delle sanzioni entro i termini previsti dalla legge consentono, invece, l'iscrizione pur in presenza di sanzioni amministrative. Una modifica legislativa, relativamente recente, stabilisce - quale requisito indispensabile per l'iscrizione - anche l'applicazione dei contratti collettivi e che l'impresa non sia collegata o controllata da un'altra che, a sua volta, non abbia i requisiti per accedere alla Rete.

FP: Come si entra a far parte della Rete?
GR: Occorre presentare una domanda online attraverso il servizio dedicato sulla pagina web dell'INPS. L'iscrizione viene ufficializzata con la pubblicazione di un elenco delle aziende ammesse, in continuo aggiornamento.
FP: Relativamente alle imprese, solo quelle agricole possono chiedere l'iscrizione?
GR: E' così. L'iniziativa non è stata ancora estesa a tutta la Filiera ortofrutticola. In particolare, si lamenta l'esclusione degli Operatori che condizionano e commercializzano prodotti ortofrutticoli non inquadrati in agricoltura.
FP: Una nota informativa della Procura di Lecce, relativa a un recente fatto di cronaca, ha evidenziato che, nonostante le imprese acquisiscano documenti e contratti per la sostenibilità del lavoro e per il rispetto delle regole, non vi è poi nessuno che effettui i controlli.
GR: Attualmente, a mio avviso, la Rete del lavoro agricolo rappresenta solo una buona opportunità non sfruttata come si dovrebbe.
FP: Quali le problematiche fin qui emerse?
GR: Ad oggi, pare, non si registra alcun risultato di rilievo. Ad esempio, nelle ultime fasi della stagione della raccolta del pomodoro, la Flai CGIL dal 5 al 7 settembre, con una massiccia mobilitazione, ha setacciato le campagne pugliesi per incontrare i lavoratori e informarli sui loro diritti. Il Sindacato ha fornito loro cappelli per ripararsi dal sole, bottiglie d'acqua e volantini per illustrare in tutte le lingue i diritti contrattuali. Ciò nonostante, denuncia la Flai, pochi giorni dopo "alle cinque e mezza del mattino, i furgoncini dei caporali raccoglievano dal ciglio della strada centinaia di lavoratori pronti per la giornata, come se nulla fosse successo". Ad ogni modo sembra che qualcosa stia per cambiare. E' di questi giorni la notizia che, nella provincia di Foggia, stia per partire la sperimentazione di una sezione territoriale della Rete su collocamento e trasporto. Nel caso di esito positivo, lo stesso modello potrà essere replicato successivamente in tutte le aree del Paese.