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Fine stagione per il peperone siciliano: prezzi in calo dopo un'annata in difesa

Di solito, nell'Italia continentale i peperoni in serra vengono trapiantati nel periodo che va dal 15-20 febbraio a fine marzo, con raccolta dal 15 giugno in poi. Per il prodotto di campo aperto la semina avviene dal 20 aprile al 20 maggio, con raccolta ai primi di agosto. La Sicilia è un capitolo a parte: dei due trapianti che annovera, quello principale si effettua tra ottobre e novembre ed è in raccolta già da un mese e mezzo, fino al 15 giugno.

L'andamento di mercato per il peperone siciliano è stato positivo fino a 20-25 giorni fa. Per due ragioni: la scarsa produzione spagnola e olandese; un calo del 20-30% nella coltivazione in serra in Sicilia.


Frutti ancora verdi. Fine ottobre 2015.

In confronto ad altri prodotti, tipo zucchine, melanzane e pomodoro ciliegino, il peperone si è difeso meglio: "In generale - dichiara il key opinion leader Gugliemo Occhipinti - per gli ortaggi è l'annata più triste che abbia mai registrato in 50 anni. In agricoltura è meglio non parlare di bilanci, ma di costi di produzione. I prodotti trapiantati nel periodo settembre-dicembre e raccolti da fine gennaio a marzo/aprile sono riusciti a coprire le spese di coltivazione, con una media di prezzo da 1,30 fino a 1,60-1,70. Se simili quotazioni si mantenessero per tutto l'anno, sarebbe meglio. Per ogni mille metri quadrati di peperone in serra, nel primo palco si raccolgono tra i 30 e i 50 quintali".

Attualmente si stanno raccogliendo i frutti del secondo palco - in raccolta da fine maggio/inizi di giugno - ma i prezzi in questo caso (intorno a 0,50 euro in campagna) non riescono a coprire i costi di produzione.

"Il produttore di peperone - continua Occhipinti - deve essere un professionista, in quanto parliamo della coltura più difficile che esista: in fase di allegagione è fondamentale la temperatura esterna e l'irrigazione con acque a basso valore di conducibilità".

Tra le varietà rosse più diffuse al momento ci sono Airone (foto a lato) e Cariddi. I portabandiera della tipologia in Sicilia.

E proseguendo: "In confronto alla Spagna, noi siamo un mercato di nicchia per il peperone. In Sicilia si contano 27mila ettari di serre mentre solo Almeria ne possiede 60mila". Minori timori, invece, per la concorrenza da parte dei Paesi Bassi.

In merito alle nuove proposte varietali, Occhipinti prospetta cultivar destinate alla IV gamma. "Ma è ancora tutto da sperimentare e in evoluzione. Quello che mi sento di consigliare alle multinazionali è di lavorare sulle soluzioni al marciume radicale del peperone".

"Ora le quotazioni si mostrano al ribasso. Ma è normale - afferma Giuseppe Marrali della Cooperativa Agricola San Tommaso di Licata (AG), azienda riconosciuta dal mercato italiano come leader per la produzione di questo tradizionale ortaggio siciliano - Tra una data di trapianto e un'altra, tra una raccolta di primo stacco e un'altra la situazione può apparire diversa. I trapianti di ottobre con raccolta a marzo/aprile sono andati benissimo in termini di prezzi. Per via di un maggior numero di piante, chi ha invece trapiantato a novembre ha avuto a che fare con quotazioni al ribasso. Per i trapianti di dicembre, in raccolta adesso, il prezzo è basso. A maggio la quotazione media in campagna è stata di 0,80-1,20 euro fino a circa dieci giorni fa. Aprile ha mostrato un migliore andamento, con prezzi tra 1,30 e 1,40 euro".

In Sicilia si registra un'abbondanza di peperoni che, rispetto a quelli spagnoli, valgono anche qualcosa in meno. "Sul mercato è presente inoltre prodotto olandese e quindi ne subiamo la concorrenza". La campagna siciliana sta per concludersi e le ultime produzioni sono solitamente destinate all'industria.


Peperone destinato alla trasformazione industriale.

"Questo è stato l'anno del peperone - continua Marrali - in particolare il periodo agosto-maggio. Il prodotto si è venduto bene, non ha avuto problemi e c'è stata una costanza di quantità che ha mantenuto positivo il mercato".

Il commerciante sottolinea: "Questo deve costituire un insegnamento. Volumi minori si traducono in quotazioni più alte. Basti pensare che, nel mese di ottobre, i prezzi in campagna hanno raggiunto 1,50 euro, cosa anomala in quanto di solito, nello stesso periodo, si registra un range di 0,60-0,70 euro". Le quantità minori sono dovute a una migliore programmazione dei produttori, ma anche a un minore investimento in superfici. Anche il prodotto di pieno campo mostra una flessione di areale del 10%.

Pur nel tentativo di commercializzare il prodotto fuori dai confini nazionali, il mercato estero resta dominio del peperone spagnolo. "I punti forti degli Spagnoli sono costanza, areali maggiori e quantità, quindi maggiore potere contrattuale; da parte nostra offriamo qualità e sapore, con livelli zuccherini del prodotto che possono raggiungere i 10 gradi Brix".

Situazione in parte confermata anche da Salvatore Nicastro, commerciante al mercato all'ingrosso di Vittoria. "Pure il peperone è stato coinvolto dal ribasso generale dei prezzi rispetto allo scorso anno. In questi giorni le quotazioni sono diminuite parecchio: sono aumentati i quantitativi di prodotto e, quindi, automaticamente il prezzo è calato, senza distinzione tra giallo e rosso. Un valore medio attuale per il prodotto extra è tra 0,50 e 0,70 euro, a seconda del prodotto, contro i 0,90-1,10 euro della settimana precedente".

Anche Salvatore parla di una buona campagna per l'articolo, eccezion fatta per i prezzi in calo degli ultimi 10 giorni per via dell'entrata in produzione dei trapianti tardivi. Ma c'è da tenere presente che il tutto è legato anche a un discorso di consumi. "Il nostro prodotto va a scontrarsi con quello estero. So che è già disponibile peperone olandese e marocchino nel Nord Italia. La Spagna è presente da diversi mesi con quantitativi notevoli: Almeria ha terminato la produzione da qualche settimana, ma Murcia è in piena produzione e coincide con il nostro picco. Il prodotto spagnolo però quota molto più del nostro".