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La batteriosi favorisce la suscettibilita' dei kiwi ai marciumi post-raccolta

La produzione mondiale di kiwi si aggira intorno a 1,5 milioni di tonnellate, di cui circa il 27% è rappresentato dall'Italia, nonostante fra il 2010 e il 2014 si siano dovuti estirpare circa 1.950 ettari di actinidieti poiché colpiti da Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), agente della batteriosi del kiwi.

I kiwi prodotti da piante infette non manifestano sintomi visibili della malattia e possono essere commercializzati senza problemi.

Il gruppo di ricerca di patologia vegetale coordinato dalla Prof.ssa Maria Lodovica Gullino dell'Università di Torino in collaborazione con i tecnici di Agrion - Fondazione per la ricerca l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese (Manta, CN) ha valutato gli effetti della batteriosi su qualità e incidenza dei marciumi post-raccolta dei kiwi Hayward prodotti nelle aree frutticole piemontesi delle province di Cuneo e Torino.

Per lo studio, i parametri di qualità (consistenza della polpa, solidi solubili totali, acidità titolabile) e l'incidenza della muffa grigia (Botrytis cinerea) sono stati valutati su kiwi raccolti sia da piante sane sia da piante infette da batterio Psa e conservati in atmosfera normale o controllata.

I frutteti considerati sani erano quelli in cui sintomi della batteriosi non erano visibili o trascurabili. Successivamente, i ricercatori hanno anche verificato gli effetti del trattamento 1-MCP su qualità e infezioni post-raccolta dei kiwi.

Dai risultati è emerso che, alla raccolta, i kiwi provenienti da piante infette avevano un maggiore contenuto di sostanza secca e un minor contenuto di calcio; mentre, durante la conservazione, la consistenza della polpa è diminuita e il contenuto di solidi solubili totali è aumentato rapidamente. Questi parametri, uniti alla minore acidità titolabile dei frutti, ne hanno favorito una maggiore suscettibilità alla muffa grigia.

I ricercatori spiegano che, oltre all'incidenza della batteriosi, anche le condizioni climatiche durante la stagione colturale influenzano significativamente la qualità post-raccolta dei frutti.

Anche le condizioni di conservazione hanno influenzato la qualità dei kiwi: l'impiego dell'atmosfera controllata (AC) e il trattamento 1-MCP hanno ritardato il rammollimento del frutto rispetto alla conservazione in atmosfera normale. Il contenuto in solidi solubili totali dei frutti provenienti da piante sane non è stato influenzato dalle condizioni di conservazione; mentre nei frutti provenienti da piante infette il contenuto in solidi solubili totali è risultato significativamente più basso se conservati in AC e trattati con 1-MCP rispetto ai frutti conservati in atmosfera normale.

I ricercatori concludono: "questo lavoro dimostra che la batteriosi del kiwi penalizza la qualità post-raccolta e la shelf-life e favorisce la suscettibilità dei frutti ai marciumi post-raccolta."

Fonte: Simona Prencipe, Luca Nari, Graziano Vittone, Maria Lodovica Gullino, Davide Spadaro, 'Effect of bacterial canker caused by Pseudomonas syringae pv. actinidiae on postharvest quality and rots of kiwifruit 'Hayward'', Marzo 2016, Postharvest Biology and Technology, Vol. 113, pag. 119–124.
www.sciencedirect.com/science/article/pii/S092552141530171X

Contatti:
Davide Spadaro
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali ed Alimentari (DISAFA); Centro di competenza per l'Innovazione in campo agro-ambientale (AGROINNOVA), Università degli Studi di Torino
Largo P. Braccini 2, 10095 Grugliasco (TO), Italy
Email: davide.spadaro@unito.it