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I dubbi del produttore veronese sulla nuova maxi aggregazione di pere e kiwi

"Adriano Cordioli: "Cosa non mi convince di Origine Group"

Adriano Cordioli è un noto produttore di kiwi della provincia di Verona. Ha seguito con particolare interesse la nascita di Origine Group, la maxi aggregazione per l'esportazione di kiwi e pere made in Italy (cfr FreshPlaza del 28/08/2015) e ha commentato per FreshPlaza le sue impressioni.

"Ilenio Bastoni, presidente di Origine, spiega che la priorità della aggregazione è la salvaguardia del reddito degli agricoltori. Essendo io un produttore, queste parole dovrebbero rincuorarmi e trasmettermi grande fiducia - scrive Cordioli - Uso purtroppo il condizionale, e non a caso. Negli ultimi 15 anni, non ho mai avuto rapporti commerciali con le nove aziende fondanti Origine Group (Afe, Apofruit, FruttaC2, Granfrutta Zani, Kiwi Uno, OP Kiwi Sole, Pempacorer, Salvi-Unacoa e Spreafico, ndr); magari i buoni propositi espressi oggi potrebbero indurmi a tentare e provare; molto di più, tuttavia, potrebbero convincermi precisi parametri numerici che il nuovo organismo consortile si darebbe".

"Anche qui - continua il produttore - il condizionale è usato volutamente: sappiamo che, per le aziende che commercializzano, meno il prodotto viene pagato ai produttori e meglio è. Non conosco nello specifico tutte le nove realtà di Origine, se siano cooperative o aziende commerciali private, ma entro nel concreto. Per le cooperative il problema non si pone, il senso del lavorare in cooperazione è quello di ridistribuire al meglio ai produttori anche il valore aggiunto creato con la commercializzazione. Mi soffermo quindi sui commercianti privati, per i quali ho in mente diversi comportamenti. Alcuni operatori vengono in campagna e acquistano la frutta chiudendo il prezzo; comportamento ineccepibile, da commerciante vero. In altri casi, però, come accade per le cooperative, non chiudono il prezzo, rimandando al termine della campagna di commercializzazione. E qui iniziano i guai, perché questo comporta innanzitutto che gli agricoltori fungano da banca per l'azienda commerciale privata (sanno cosa anticipano, ma non cosa ricevono) e, come se non bastasse, gli operatori non si assumono il rischio d'impresa, che sarebbe proprio del commerciante, e che invece rimane in capo al produttore. Il quale ci rimette nel caso le vendite vadano male, ma anche quando tutto va bene, perché il guadagno è soprattutto di chi commercializza".

"Dato per assodato il difficile contesto economico - aggiunge Cordioli - se i commercianti, con intenzioni propositive e non impositive suggeriscono, come nello spirito che ha dato il là a Origine Group, di instaurare un nuovo rapporto tra produzione e commercializzazione nell'interesse di tutti i componenti della filiera, allora se ne può parlare".

Secondo Cordioli, servono regole ben precise: "I magazzini di lavorazione stilano delle tabelle di costi standard per conservazione, lavorazione, commercializzazione e così di seguito e, con trasparenza, dimostrano la bravura dell'apparato commerciale con tot vendite per prodotto e per tot euro e presentano le fatture di vendita. Dividendo il valore fatturato per il peso venduto per singolo calibro, definiamo il prezzo unitario realizzato, sottraiamo a questo i costi standard e arriviamo al prezzo che la sinergia è riuscita a spuntare. L'accordo a monte prevederà una determinata percentuale al produttore e il resto al commerciante. Ecco, questo sarebbe un operare degno di Origine Group, rispettoso e in linea con i propositi che ne hanno favorito la nascita".

"Fantascienza? - si chiede, concludendo, Cordioli - Può essere, però questo ragionamento, ovviamente molto sintetizzato, è proprio ciò che io mi aspetterei da Origine Group".

Email: cordioliadriano@tin.it