Un momento della visita di ieri.
La prova sperimentale si muove su due diversi filoni d'intervento. Il primo, applicato sia su mele Modì che su Fuji, riguarda l'uso diradante di reti Alt'Carpo, che vengono stese in tre momenti diversi della fioritura per ridurre il numero di mazzetti floreali che diventano fruttiferi.
Così se l'11 aprile 2015 sono comparsi i primi fiori aperti, la prima copertura con la rete è arrivata all'indomani, il 12 aprile; poi si è ripetuta la copertura due giorni dopo, il 14 aprile, quando si era aperto il 40% dei fiori di Modì e il 50% di Fuji. L'ultima calata della rete è invece arrivata in piena fioritura.
Stefano Vergnani espone i primi risultati delle prove.
"Nel testimone di Modì, il 70% dei mazzetti floreali non diradati sono poi diventati fruttiferi - ha spiegato Stefano Vergnani, di Orogel Fresco, che sta seguendo la prova di San Carlo - mentre relativamente ai test su Modì, per la prima copertura con rete la percentuale è del 35/40%, per quella intermedia del 45/50%, e del 50/55% per quella più tardiva. Ma ciò che colpisce di più è il numero di frutti che alla fine sono usciti, uguali tanto nel testimone quanto nelle tre prove: 1,5/1,6 frutti per mazzetto. E la stessa cosa la si sta vedendo anche su Fuji".
Mele Modì sotto alla rete Alt'Carpo.
Su Fuji, le reti Alt'Carpo sono state calate in contemporanea con quelle di Modì, ma i risultati sono leggermente diversi. Se sul testimone la percentuale di mazzetti floreali diventati poi fruttiferi era del 60%, ha continuato Vergnani, "sulla calata tardiva la percentuale non è cambiata, mentre su quella più precoce siamo arrivati a più del 30% e al 40% per quella intermedia".
Mele Fuji sotto la rete.
Il secondo filone della ricerca riguardava invece il diradamento del melo (per la varietà Fuji) usando prodotti diversi, in tre trattamenti: polisolfuro, olio minerale e olio vegetale (in questo caso, olio di colza). Una prova di diradamento con olio vegetale era stata condotta anche l'anno scorso ma "non aveva dato risultati degni di nota - ha spiegato Vergnani - così quest'anno abbiamo usato dosaggi piuttosto forti, intorno ai 14 quintali per ettaro. A dosaggi così alti abbiamo registrato molti danni alla pianta, complice anche il fatto che la colza è più aggressiva di altri olii vegetali: all'inizio le piante così trattate erano quasi senza foglie".
Durante la visita
"Il polisolfuro - ha chiuso Vergnani - non si è invece discostato di tanto dal testimone non trattato, mentre un po' meglio si è comportato l'olio minerale".
Per informazioni:
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Stefano Vergnani
Orogel Fresco
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