Nell'occasione, che ha visto anche la collaborazione di Nasa, Esa, Asi e altre società dell'aerospazio, Reggiani ha presentato le potenzialità dei kit domestici per la creazione di orti biologici a basso consumo energetico e idrico per una futura produzione orticola nello spazio.
BioPic ha messo a punto un sistema di semina protetta, in grado di garantire percentuali di germinabilità elevate anche in condizioni estreme come possono essere quelle esistenti su un pianeta diverso dal nostro.
L'orto portatile BioPic utilizza luci a Led per far crescere le verdure; inoltre utilizza un sistema di semina semplificato e potenziato naturalmente. Il sistema è stato sottoposto a test di germinabilità su simulazioni di terreni lunari e marziani.
Renato Reggiani (in foto qui sopra) ha dichiarato: "L'AgriSpace e la ricerca sull'agricoltura spaziale avranno, e nel nostro caso già hanno, grandi ricadute sul modo in cui produrremo il cibo nei prossimi anni. Il nostro scopo è dimostrare la possibilità di usare il terreno lunare e marziano per far crescere le piante, senza dover usare le grandi quantità di acqua e prodotti chimici necessari per le vecchie, costose e non sostenibili coltivazioni".
Tra le innovazioni BioPic, la miniserra con coperture in polimeri in grado di cambiare la proprietà della luce in maniera passiva, variando così il colore della luce diffusa all'interno della serra aumentandone la diffusività o selezionando le frequenze del blu e rosso più utili per la crescita delle piante. Grazie all'uso della luce delle lampade a Led BioPic di nuova generazione, sarà presto possibile controllare anche la diffusione degli insetti infestanti sensibili alle radiazioni luminose e diminuire le infezioni dovute ad alcune tipiche malattie fungine.
Per maggiori info: http://biopic.it/