"Arrivano gli "Orti di Nemo", le coltivazioni in fondo al mare"
Siamo a Noli (provincia di Savona), e l'ingegner Sergio Gamberini, amministratore unico della Me.Stel con base a Sant'Olcese, e subacqueo doc ha portato avanti numerosi studi che hanno permesso poi la nascita di questo progetto. Come racconta al Fatto Quotidiano: "All'interno della biosfera degli Orti di Nemo si crea una climatizzazione stabile, in virtù del costante livello della temperatura del mare, e una umidificazione altrettanto costante, prodotta dall'evaporazione dell'acqua marina che lambisce i semenzai nella parte bassa della biosfera".
"Il ciclo clorofilliano naturale - continua l'ingegner Gamberini - innescato dalla luce che dall'esterno raggiunge la biosfera, nelle colture di basilico mantiene livelli sufficienti di ossigeno e Co2. E infine, parassiti ed insetti – purché non siano stati presenti già nelle coltivazioni terrestri – non riescono a riprodursi nelle biosfere subacquee. Ciò consente di risparmiare l'uso di antiparassitari e insetticidi".
A oggi, pur essendo nel campo della mera scienza con tutti i rischi connessi a una sperimentazione ancora in corso, sembra che le coltivazioni di basilico degli Orti di Nemo stiano crescendo bene con le piantine che hanno raggiunto l'altezza di circa 7 centimetri e, l'Arabia Saudita, avrebbe chiesto agli scienziati liguri un prototipo di biosfera per coltivare la lattuga.