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Seconda parte dell'intervista esclusiva di FreshPlaza al direttore operativo della multinazionale

"Coen Bos (Fyffes): "Miriamo a crescere anche tramite acquisizioni e l'ingresso in nuovi mercati"

FreshPlaza ha intervistato in esclusiva Coen Bos, direttore operativo della multinazionale Fyffes, il quale ha delineato i più importanti sviluppi di mercato, le possibilità e le sfide, i nuovi sbocchi commerciali e le prospettive future di Fyffes, che ha raggiunto un fatturato di un miliardo di euro l'anno scorso.

Qui di seguito si riporta la seconda parte dell'intervista (clicca qui per la prima parte).

FreshPlaza: L'anno scorso Fyffes ha realizzato un fatturato di circa un miliardo di euro. Nel frattempo i costi logistici sono notevolmente aumentati. Quali sono le prospettive?
Coen Bos: "Non sono solo i costi logistici ad essere aumentati, ma anche tutti gli altri in generale. I produttori hanno costi più elevati ogni anno, per i salari e le materie prime ad esempio. Se non venissero calcolati questi aumenti nel prezzo al consumo, la qualità dei frutti si deteriorerebbe e le vendite di banane diminuirebbero. E' un processo nel quale ognuno deve assumersi la propria responsabilità. In ogni caso, le banane restano ancora uno dei frutti più economici presenti nei negozi."

FP: Il prezzo delle banane è aumentato di circa il 10% negli ultimi cinque anni. Questo incremento è in linea con l'aumento dei costi?
CB: "Non credo che questo aumento sia in linea con l'aumento dei costi, in quanto essi sono aumentati di oltre il 10% negli ultimi cinque anni, soprattutto per quanto riguarda produzione e trasporto."
 
FP: Commercializzate anche prodotti equo-solidali. C'è profitto in questo segmento? Perché i supermercati optano per il commercio equo-solidale?
"Il commercio equo-solidale (Fairtrade) è andato bene in questi anni. Dovremmo essere i principali fornitori equo-solidali a livello mondiale nel settore delle banane. Circa il 10% del nostro volume di banane è prodotto secondo i valori del commercio equo-solidale. Si tratta di 5 milioni di casse all'anno. In parte il successo si deve ad alcune catene di supermercati in Inghilterra, come Sainsbury's e Waitrose che sono passate completamente dal convenzionale al commercio equo e solidale. Per fortuna, siamo riusciti a soddisfare la domanda immediatamente con prodotto originario della Colombia.

Penso che per il rivenditore sia una scelta strategica, una filosofia per dare un'immagine migliore. Non si tratta solo di banane, ma anche di prodotti comuni come il caffè e lo zucchero. Molti supermercati dispongono di un intero angolo dedicato al commercio equo-solidale mentre altri sono alla ricerca di un'alternativa a questo tipo di prodotti. Non sarebbe una sorpresa quindi se il volume dei prodotti equo-solidali ristagnasse o addirittura diminuisse in alcuni paesi."

FP: I cosiddetti paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e MIST (Messico, Indonesia, Corea del Sud e Turchia) influiscono sulla richiesta di banane?
CB: "Paesi come Cina, India e Brasile producono principalmente per il proprio consumo. L'area cinese, in cui vengono coltivate banane, deve fare i conti con un clima spesso sfavorevole e con diverse fitopatie. Alla Cina si richiede una maggiore qualità: molta attenzione viene rivolta alla sicurezza alimentare, è una questione scottante. Vedo la Cina più come un mercato di importazione di banane di qualità, ma penso anche che il produttore cinese migliorerà la propria qualità in futuro.

Con una maggiore qualità dei prodotti, l'India potrebbe diventare un esportatore per il Medio Oriente, ad esempio. Per la Russia si deve fare, ovviamente, un discorso a parte. Resta un mercato che gravita intorno all'Ecuador e, per quanto riguarda le banane, dipende molto da quest'ultimo paese. Prevedo che il consumo di banane in Russia aumenterà nei prossimi anni."

FP: In che modo Vi definireste?
CB: "E' una domanda da porsi ogni giorno. Dobbiamo continuare a metterci in discussione a livello di prodotto e di filiera. Se non si apportano delle migliorie, si diventa inutili. Credo che possiamo identificarci con l'efficienza: grazie alla larga scala riusciamo ad essere competitivi. Ed è necessario essere affidabili: un rivenditore non può preoccuparsi delle forniture. C'è un buyer per ogni prodotto e, oggigiorno, una persona controlla quasi l'intero pacchetto frutticolo. Questa persona non dovrebbe preoccuparsi se ci sarà abbastanza frutta o se la qualità sarà abbastanza buona ogni settimana. Se i rivenditori fanno affari con noi, hanno bisogno di sapere che la frutta sarà lì ogni settimana, nella confezione adeguata e con il giusto rapporto qualità/prezzo. Ce la caviamo abbastanza bene in generale e credo riusciamo a soddisfare i desideri specifici di ogni rivenditore. E' un lavoro tutt'altro che facile e richiede la massima attenzione."



FP: Qual è la posizione di Fyffes in tema di acquisizioni?
CB: "Ci piace avere dei partner. E' per questo che la nostra storia è piena di acquisizioni parziali. A noi interessa la società prima di tutto. La prima cosa che cerchiamo di fare è quella di mantenere il team di gestione, e, se possibile, il proprietario. Ci sforziamo di mantenere l'identità aziendale e di integrare solo dove possiamo trovare sinergie. Le aziende acquisite parzialmente continuano ad operare autonomamente in gran parte, riuscendo a lavorare in modo più efficiente.

In molte acquisizioni, il management è turbato all'idea di perdere il proprio posto di lavoro, ma per quanto ci riguarda, i precedenti proprietari e responsabili non possono lamentarsi: nessun cambio di posizione e si continua ad andare avanti. Si aggiunge solo un partner che porta alcuni vantaggi che possono riguardare il marchio, la gamma di frutti o il supporto tecnico-finanziario. Tutto qui: è questo il modo in cui lavoriamo con i partner. Le acquisizioni sono state un fattore importante per la crescita di Fyffes negli ultimi decenni."

FP: Qual è la Vostra principale sfida da affrontare?
CB: "Sempre più rivenditori stanno unendo le forze e collaborando tra loro. Questo potrebbe costituire una sfida. Dobbiamo rimanerci forti e continuare a lavorare meglio degli altri. Si tratta di un processo continuo.

E' probabile, inoltre, che si registrerà una carenza di cibo e acqua a livello mondiale: se si guarda al modo in cui le popolazioni di Cina e India stanno crescendo, c'è da chiedersi come si nutriranno nel futuro. Credo che questo avrà un impatto sul nostro commercio e potrebbe essere più difficile disporre di prodotto. Ecco perché Fyffes si sta muovendo verso una propria produzione: non sarà forse una sfida a breve termine, ma sicuramente è uno dei nostri progetti a lungo termine."

FP: Dove sarà Fyffes nel 2020? Raggiungerà un fatturato di 1,5 miliardi di euro e disporrà di più sedi?
CB: "Negli ultimi anni siamo cresciuti di circa l'8-10%. Non credo sia impossibile raggiungere un +70-80% nei prossimi sette anni, soprattutto tramite acquisizioni e l'entrata in nuovi mercati. Ovviamente questo comprenderà l'apertura di nuove sedi: inizieremo in Cina, dove entro la fine dell'anno puntiamo ad avere il nostro primo centro di maturazione e di distribuzione. In un primo momento opererà in piccola scala; vogliamo vedere come funzionerà il tutto prima. Poi potremmo pensare di fare lo stesso in India, e forse in altri paesi dell'Est. Inoltre, al momento non abbiamo una forte presenza negli Stati Uniti, dove vedo invece buone possibilità di crescita. Non siamo presenti in Medio Oriente, dove lo sono fortemente i nostri concorrenti. L'unico modo per avvicinarsi a questo mercato è collaborare o effettuare acquisizioni."

Testo e Traduzione FreshPlaza Italia. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: