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In termini di volume

Le banane si confermano il prodotto principale per il mercato Fairtrade in Italia

Lo scorso anno gli italiani hanno speso 500 milioni di euro in prodotti contenenti almeno un ingrediente certificato Fairtrade: il dato è stato diffuso, lo scorso 5 giugno, a Milano in occasione dell'evento "Trent'anni sulla rotta della sostenibilità", durante il quale è stato presentato anche il Bilancio sociale dell'organizzazione. Si tratta di un valore in leggera flessione rispetto allo scorso anno: sui prodotti con i marchi Fairtrade, come per molti altri beni di largo consumo, nel 2023 ha pesato l'inflazione.

"Quest'anno Fairtrade Italia ha raggiunto il trentesimo compleanno: si tratta di un traguardo eccezionale per la nostra organizzazione, nata dal basso per promuovere condizioni commerciali più eque a favore degli agricoltori di Asia, Africa e America Latina. Sono moltissimi i risultati che abbiamo raggiunto in questi anni: nei negozi e nei supermercati del nostro Paese ci sono più di 2.500 prodotti Fairtrade in vendita. Anche le organizzazioni di agricoltori sono cresciute con noi: oggi parliamo di poco meno di 2 milioni di agricoltori e lavoratori che beneficiano dei vantaggi del nostro circuito in 70 nazioni. Grazie a tutte le aziende e ai consumatori che con noi vogliono essere parte del cambiamento, puntiamo a raggiungere ancora più persone nei prossimi anni", ha dichiarato Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia.

FSI (Fairtrade sourcing ingredient), ATCB (all that can be)

I prodotti finiti certificati Fairtrade vengono commercializzati dalle aziende licenziatarie del marchio nel canale retail e nel canale Horeca. Nel canale retail la maggior parte dei prodotti viene distribuita: con il marchio del distributore (come ad esempio Coop, Conad, Carrefour, Pam); con marchi commerciali (nel caso dei discount, ad esempio Lidl, Aldi, In's Mercato); con i brand dell'industria di marca (ad esempio Alce Nero, Italia Zuccheri, Cannamela). Una percentuale più bassa di prodotti è invece commercializzata nel canale Horeca (bar, ristoranti, alberghi) o nella ristorazione collettiva.

In Italia nel 2023 nei vari canali di vendita sono stati disponibili 2.522 prodotti (+3,7%) di cui 1.505 (-3,8%) riportanti il marchio "nero" e 1.017 (+17,2%) con il marchio d'ingrediente.

Banane al primo posto
Le banane si confermano il prodotto principale per il mercato italiano con un volume di venduto pari a 14.300 tonnellate (+8%), sia grazie all'ampia distribuzione nella Grande distribuzione organizzata (principalmente Aldi, Coop, Gruppo Selex, IN's, Pam Panorama), sia grazie alla diffusione nelle mense scolastiche. Il resto della frutta fresca si assesta sulle 530 tonnellate (-19%) e la frutta secca sulle 122 tonnellate (+4%). Nei prodotti minori è interessante l'andamento delle spezie (74 ton, +39%).

"Nel 2023 sono state raggiunte circa 2.500 referenze presenti sul mercato, 90 in più rispetto all'anno precedente - ha dichiarato Thomas Zulian, direttore commerciale Fairtrade Italia - Parlando in maniera specifica dei volumi principali delle materie prime, ne troviamo sei che rappresentano il 90% del venduto Fairtrade in Italia. Nell'ordine: banane, cacao, fiori, zucchero, cotone, caffè. Ottimo il risultato per le banane, che in Gdo stanno crescendo. Una parte di questo risultato si deve anche ai criteri ambientali minimi che stanno prendendo sempre più piede. Detto questo, in Gdo resta tantissimo da fare sull'ortofrutta. C'è un potenziale enorme che deve essere utilizzato".

In termini di valore, c'è però un'inversione: prima posizione per il cacao, seconda per le banane. "Se per volume le banane sono la prima materia prima, in termini di valore/premio pagato alle organizzazioni di produttori il cacao è leader in assoluto".

"Il 2023 dal punto di vista delle vendite è stato un anno di transizione, da un lato alcuni prodotti come caffè e zucchero hanno risentito dei cali generalizzati dei volumi dovuti all'inflazione, dall'altro prodotti come banane e cotone hanno registrato una crescita importante" ha spiegato Zulian. "Complessivamente siamo soddisfatti perché nel corso del 2023 abbiamo visto aumentare sia il numero di aziende con cui collaboriamo sia la quantità di referenze certificate sul mercato. Gli effetti positivi di questi due fattori si stanno già palesando nei buoni risultati dei primi mesi del 2024".

Foto articolo: Ufficio Stampa Fairtrade Italia

Per maggiori informazioni:
Fairtrade Italia
www.fairtrade.it