Nell’ambito di "Territori.COOP", questo percorso di valorizzazione e recupero si traduce spesso nella riscoperta di antiche tradizioni e coltivazioni che, paradossalmente, si dimostrano ancora attuali.

Grazie alla tenacia di quindici agricoltori dei comuni di San Possidonio, Mirandola, Novi, San Felice sul Panaro e San Prospero – oltre che alla attenzione e al sostegno della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Modena e di alcune amministrazioni locali – la mela Campanina è stata recuperata e poi rilanciata, anche se su piccola scala, a livello commerciale.
Il piccolo gruppo di agricoltori della "Bassa modenese" ha impiegato portinnesti a bassa-media vigoria e un diverso sistema di allevamento per facilitare le operazioni colturali e migliorare la resa produttiva. Così, dal 2005, le mele Campanine si trovano sugli scaffali dei reparti ortofrutta di alcuni supermercati delle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Ferrara e ora si programma la messa a dimora di nuovi impianti per aumentare la fornitura, ancora limitata.
Innanzitutto, come molte altre antiche varietà, è una mela resistente o molto tollerante alle principali malattie e richiede pertanto meno trattamenti fungicidi e insetticidi. Inoltre, uno studio svolto dall'Università di Bologna ha dimostrato che la mela Campanina contiene sostanze antiossidanti in quantità decisamente superiore alle altre mele. Proprietà che peraltro si mantiene inalterata dopo la cottura, come pure la consistenza e compattezza della polpa che inizialmente l'ha fatta preferire per il consumo da cotta.
Come ogni anno, anche lo scorso 16 ottobre il Comune di San Possidonio (MO), ha dedicato una domenica d'autunno alla Festa della "sua" mela Campanina, conosciuta come "Al pom campanin" o "la mela della nonna": le degustazioni e la mostra pomologica sono state accompagnate dalla gradita distribuzione, da parte della Provincia di Modena, di piantine di mela Campanina da coltivare nel proprio giardino.