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A cura di Rossella Gigli

Nuove normative europee sui prodotti fitosanitari e richieste del mercato: quali gli scenari futuri?

In occasione del 22mo Forum di Medicina Vegetale, svoltosi a Bari lo scorso 14 dicembre 2010 (vedi articolo), Floriano Mazzini del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagnaha aperto i lavori della Prima Sessione della giornata con un intervento dal titolo: "Prodotti fitosanitari: quali prospettive alla luce delle nuove norme europee e delle richieste del mercato".

Il nuovo quadro normativo europeo sull'impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari, che si applicherà dal 2014 (vedi anche articolo correlato), non sarà infatti senza conseguenze per i sistemi di produzione agricola in generale e ortofrutticola in particolare.

Secondo una prima valutazione (resa nota in occasione delle Giornate fitopatologiche 2010 da Galassi e Valmori), gli effetti della revisione UE in Italia interesseranno centinaia di prodotti fitosanitari.

In totale, 237 prodotti dovrebbero rimanere consentiti (tra cui 69 fungicidi, 52 insetticidi e 83 diserbanti), 230 invece non sarebbero più ammessi (tra cui 37 fungicidi, 85 insetticidi e 79 diserbanti), 43 sarebbero ritirati volontariamente (tra cui 16 fungicidi, 7 insetticidi e 13 diserbanti), mentre 29 sono in fase di nuova valutazione (tra cui 6 fungicidi, 4 insetticidi e 6 diserbanti) - vedi tabella qui sotto.

Effetti della revisione UE in Italia - Clicca qui per un ingrandimento.


Sostanze sostituibili e sostanze soggette ad esclusione
Il nuovo Regolamento UE 1107/2009 distingue le sostanze in base a 1) basso rischio, 2) candidate alla sostituzione e 3) altre.

Le sostanze attive candidate alla sostituzione possiedono caratteristiche intrinseche di pericolosità tali da destare comunque preoccupazione. Pertanto vanno revocate o ne va limitato l'impiego nel caso ci sia disponibilità di prodotti analoghi con profilo tossicologico ed eco-tossicologico più favorevole (entra in vigore 3 anni dopo la decisione).

I criteri di esclusione (cut-off) di un prodotto fitosanitario derivano da:
• parametri che escludono la possibilità di registrare una sostanza attiva
• riguardano la tutela della salute umana e la salvaguardia dell’ambiente

Gli effetti dell'entrata in vigore del nuovo regolamento sono presto detti:
• Entro il 2014 sarà stilata la lista dei candidati alla sostituzione
• Per le sostanze attive escluse, l'esclusione interverrà alla scadenza dell’iscrizione della sostanza stessa

Si profila dunque, secondo Floriano Mazzini, l'esigenza di prevedere in anticipo queste decisioni con: 1) nuove strategie di difesa delle colture; 2) ricerca di nuove soluzioni.

Le richieste del mercato
In anni recenti, sulla spinta delle polemiche innescate da alcune organizzazioni non governative, le catene di supermercati in Germania hanno deciso per una linea molto severa in materia di sicurezza alimentare, giungendo all'elaborazione di vincoli che risultano ben più stringenti rispetto alla stessa normativa europea vigente (regolamento Ce n. 396/05).

Nonostante l'armonizzazione, nel settembre 2008, delle norme in vigore nei diversi Paesi dell'UE sui cosiddetti LMR (livelli massimi di residui chimici ammessi sui prodotti ortofrutticoli), oggi la GDO tedesca respinge quelle derrate alimentari che, seppure in regola con i limiti fissati dalla legge, presentino:
1) un valore complessivo dei diversi residui superiore all'80% del massimo consentito (LMR)
2) un valore della dose acuta di riferimento (ARfD) superiore all'80% di quella ammessa per legge
3) un numero di residui chimici superiori ad un certo numero (ad esempio, 4 per le pere e 5 per l'uva da tavola).

In riferimento a tale problematica, Floriano Mazzini ha presentato i risultati di un progetto COOP, che ha visto il coinvolgimento, oltre che dei fornitori COOP, del Servizio fitosanitario delle Regioni Emilia-Romagna e Puglia, di laboratori di analisi multiresiduale e dell'ENEA. La finalità era quella di effettuare uno studio comparato sulla "sicurezza" di pere e uva da tavola che fossero prodotte:
A) attraverso l’applicazione dei DPI (Disciplinare di produzione Integrata) e gli ulteriori requisiti COOP
B) per la GDO tedesca, con l’obiettivo dei 4 residui su pere e dei 5 residui su uva
da tavola

I risultati dello studio condotto nel 2009 hanno dimostrato che fissare un numero massimo di residui non solo non garantisce una maggiore sicurezza per il consumatore, ma può addirittura determinare un impatto maggiore sulla salute e l’ambiente (vedi precedente articolo).

Conclusioni
Se da una parte, conclude Mazzini, sarà bene cogliere le opportunità della direttiva europea sull'uso sostenibiledei prodotti fitosanitari, sarà d'altra parte bene evitare che le incertezze derivanti dai consistenti cambiamenti che si profilano all'orizzonte vengano riversate sui produttori.

Per maggiori informazioni:
Floriano Mazzini
Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna
fmazzini@regione.emilia-romagna.it