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UE: multa da 60 milioni di euro per accordi sottobanco sul prezzo delle banane

Otto paesi membri coinvolti e un giro d’affari che sfiora i 2,5 miliardi di euro. A tanto ammontava il guadagno che tre imprese importatrici di banane, Chiquita, Dole e Weichert si sono assicurate tra il 2000 e il 2002 grazie a un cartello per fissare il prezzo di uno dei prodotti più comuni sulle tavole degli europei o negli zainetti delle merende.

A renderlo noto la Commissione europea che, al termine di un’inchiesta cominciata nel 2005, ha oggi comunicato di avere multato i partecipanti al cartello con un’ammenda da 60,3 milioni di euro. La compagnia americana Dole è la più colpita dalla sanzione, oltre 45 milioni, mentre Chiquita è stata "graziata" per il suo contributo attivo durante le indagini. La multa inflitta a Weichert inoltre sarà in parte pagata anche dalla Del Monte perché all’epoca dell’infrazione la controllava.

Le sanzioni sono state ridotte, per Dole e Weichert, del 60% "alla luce – spiega una nota UE – delle circostanze particolari del caso incluso il regime regolatorio specifico sul mercato delle banane che era in vigore al tempo". Infine Weichert ha goduto di uno sconto ulteriore del 10% a perché partecipava solo “parzialmente” al cartello.

"I consumatori europei spendono grandi somme di denaro ogni anno in banane – ha dichiarato la commissaria UE alla concorrenza, Neelie Kroes, nel presentare oggi a Bruxelles la decisione della Commissione – E’ assolutamente inaccettabile che delle imprese si siano messe d’accordo per fissare il prezzo della merce. Le imprese devono capire che la Commissione non può tollerare un simile comportamento”.

Otto i mercati degli stati membri coinvolti dalla pratica anticoncorrenziale: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svezia. Nel 2002 si stima che siano state consumate circa 1,6 milioni di tonnellate di banane per un valore di circa 2,5 miliardi di euro.

Le infrazioni, secondo fonti comunitarie, seguivano un calendario preciso. Le banane di solito arrivavano settimanalmente sui mercati degli stati membri coinvolti passando per i porti dell’Europa del Nord. Qui, il giovedì, era fissato l’importo a cui sarebbero state vendute la settimana successiva. La Commissione ha scoperto che la definizione del prezzo era controllata e tenuta sotto controllo dalle imprese del cartello, che si telefonavano, di solito la sera del mercoledì, per fissare un cifra comune, decidendo, di volta in volta, se aumentarla, diminuirla o lasciarla stabile.