Valle d'Aosta: dall'Institut Agricole Regional la ricerca delle mele indenni da malattie
Andrea Barmaz, docente e ricercatore dell'Institut Agricole Régional, sgombra il campo dai dubbi: "Con un lavoro di ricerca di esemplari di questo melo che mostrano particolare interesse produttivo e qualitativo dei frutti. Rugginosità, polpa compatta, acidula al punto giusto e colorazione della varietà dei rossi".
"In Valle d'Aosta non esistono mele clonate - prosegue Barmaz - ma ricerche di selezione clonale mirate a garantire la caratterizzazione e conservazione di germoplasma (DNA ndr) autoctono, senza alcuna manipolazione genetica, come avviene, invece, nel caso della clonazione. La ricerca, avviata in un recente passato ha riguardato, fino ad oggi, cinque esemplari di mele scelti dai tecnici dell'Institut. Altri due ci sono stati forniti dalla Cofruit di St.Pierre. Provengono da un meleto del luogo".
All'Istituto scolastico di regione La Rochére si stanno definendo le prime fasi di questa selezione, che, peraltro, terminerà entro tre, quattro anni. "Aspettiamo di ricevere - riprende Barmaz - la certificazione di 'materiale sanissimo' dall'Istituto olandese a cui ci siamo rivolti per l'analisi delle 'marze'. Sono i rami di melo individuati e inviati in questi laboratori specializzati nel processo di risanamento da tutti gli eventuali parassiti/fitoplasmi, visibili soltanto con l'esame del DNA".
Una volta arrivati dai Paesi Bassi, i rami saranno inviati nelle serre del vivaista Leonhard Huber, a Terlano (Bolzano), fra i più quotati esperti di innesto. "Le marze - spiega Barmaz - saranno innestate su delle radici, i portinnesti. Nasceranno delle piante, gli 'Astoni', che verranno fornite ai frutticoltori valdostani. Piante sane con frutti altrettanto privi di qualsiasi patologia. I produttori potranno, così, immettere sul mercato mele di ottima qualità".
Questi frutti selezionati, simbolo della Valle d'Aosta, sono già presenti in campo a Moncenis (Signayes), nel frutteto sperimentale dell'Institut Agricole. "Li stiamo osservando - sottolinea il ricercatore -, ma non possiamo ancora commercializzarli fino a quando non riceveremo la certificazione di qualità dall'Istituto olandese e dal Ministero dell'Agricoltura".
Il tecnico-docente sconsiglia l'innesto "fai da te", se non che per sperimentazioni casalinghe, in quanto non vi è la certezza che la marza sia sana. La selezione clonale sta interessando anche la vite, i peri "Martin Sec" e il noce. In prospettiva, verrà estesa al mandorlo e ad altre colture.