Colorati, pratici e sempre più amati. I piccoli frutti, come mirtilli, lamponi, more e ribes, stanno conquistando un posto fisso sulle tavole degli italiani. Ma chi sono davvero i consumatori più affezionati? E quanto ne sanno dei loro benefici, non solo per la salute, ma anche per l'ambiente?
© Maria Luigia Brusco | FreshPlaza.it
A queste domande ha cercato di rispondere un'instant survey condotta da Sec Newgate Italia, tra il 5 e il 7 giugno 2025, su un campione rappresentativo di circa 3.000 persone, in gran parte over 50. L'indagine è stata presentata dalla expert account Giorgia Rizzi, in occasione del lancio di Berry Swing, un progetto europeo triennale, nato per promuovere la conoscenza e il consumo dei piccoli frutti in Italia e Germania. Partito lo scorso 1° marzo, Berry Swing si concluderà il 29 febbraio 2028.
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I piccoli frutti piacciono (quasi) a tutti
Il primo dato che salta all'occhio è che il 95% degli italiani consuma piccoli frutti, almeno ogni tanto. "E questa passione si distribuisce abbastanza equamente tra le fasce d'età, anche se a spiccare sono le regioni del Sud e le Isole, dove il consumo è più elevato rispetto a Nord Ovest e Centro", ha spiegato Rizzi.
I giovani li amano di più e in tutti i modi
A trainare il fenomeno sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni, che risultano i veri "ambassador" dei piccoli frutti. Anche tra i 25-34enni il gradimento è alto (39,3%), e il Centro Italia si distingue come l'area geografica dove più persone alternano fresco e trasformato.
"Non sorprende che il prodotto fresco sia particolarmente apprezzato da chi ha qualche anno in più: più l'età avanza, più cresce la preferenza per il frutto intero e naturale. Al contrario, i prodotti trasformati incontrano i gusti delle generazioni più giovani, che vengono già identificati come i futuri responsabili d'acquisto", ha evidenziato Rizzi. Il 44,8% di loro consuma piccoli frutti sia freschi sia trasformati (come succhi, confetture o snack), mostrando una familiarità superiore a qualsiasi altra fascia d'età. Non solo: questa categoria è anche quella che più apprezza i piccoli frutti come snack veloce e pratico, perfetto per la vita frenetica di oggi.
Gusto, salute, praticità... e l'ambiente?
Il motivo principale per cui si consumano i piccoli frutti è semplice: sono buoni. "Il gusto conquista tutti, soprattutto le donne. Ma c'è anche una crescente attenzione ai benefici nutrizionali, molto sentita soprattutto dagli uomini over 64. E poi c'è la praticità, che fa la differenza tra i più giovani: non serve pelarli, tagliarli o prepararli. Basta aprire la confezione e mangiarli", ha indicato Rizzi.
La survey ha messo in luce anche un aspetto meno noto, ma molto importante: la valenza ambientale e sociale delle coltivazioni di piccoli frutti. Questi frutti, infatti, richiedono meno risorse, aiutano a mantenere vive le aree rurali e contribuiscono a contrastare lo spopolamento. Tuttavia, non tutti i consumatori sono consapevoli di questi aspetti. "Solo una parte dichiara di sapere che i piccoli frutti hanno un impatto ambientale positivo. Tra i più informati ci sono giovani (soprattutto 18-24enni), uomini e originari del Sud Italia", ha spiegato Rizzi. "Chi ammette di non saperne nulla sono per lo più donne, giovani adulti (25-34 anni) e residenti del Centro Italia".
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La consapevolezza, insomma, c'è ma va rafforzata, come ha sottolineato Giorgia Rizzi: "I consumatori conoscono bene i piccoli frutti per il gusto e i benefici, ma meno per il loro ruolo positivo verso l'ambiente".
Foto piccoli frutti fornite da SEC Newgate Italia