Ha chiuso i battenti Novelfarm a Pordenone (12 e 13 febbraio 2025), tornata insieme ai saloni Aquafarm e Algaefarm. Una vetrina iper specializzata in coltivazioni fuori suolo che meriterebbe maggiore spinta e visibilità al fine di attirare più visitatori e soprattutto aziende espositrici (erano 14 gli espositori del comparto). Le aziende presenti sono state soddisfatte dei riscontri avuti.
"Per due giorni la fiera di Pordenone è stata una vetrina sul futuro di due settori strategici per l'economia del nostro Paese – ha affermato Renato Pujatti, presidente di Pordenone Fiere - e ha offerto visibilità ad un ecosistema di aziende, che ad AquaFarm e NovelFarm hanno avuto un'occasione per incontrarsi, confrontarsi sui temi caldi ed emergenti del settore, discutere nuove opportunità e scoprire le novità nel campo della ricerca, delle normative e del mercato".
"Il programma di conferenze ha offerto numerose occasioni di discussione e aggiornamento, affiancando l'area espositiva. Quest'anno con due padiglioni, e tre sale conferenze appositamente realizzate abbiamo puntato a migliorare il risultato positivo dello scorso anno anche in termini di partecipazione alle sessioni convegnistiche e ai workshop di ricerca e aziendali" ha concluso il presidente.
In un convegno si è parlato di fiscalità in ambito di colture fuorisuolo. E' stato detto che l'agricoltura gode di regimi fiscali e contrattuali propri che ne influenzano in positivo la redditività e la sostenibilità economica. L'allineamento progressivo dei regimi fiscali tra colture tradizionali e quelle in ambiente controllato, soprattutto in ambito urbano, si sta rivelando una chiave importante della diffusione di queste ultime in Italia, con un approccio pragmatico da parte delle aziende. Con la recente riforma fiscale ormai le colture fuorisuolo e in primis il vertical farming sono equiparate alle colture tradizionali, ossia tassate per reddito catastale. Resta ancora da fare, soprattutto in ambito urbano.
Ad oggi solo la regione Lombardia tratta le vertical farm poste in ambiente urbano come installazioni agricole. In realtà, l'opportunità non è stata a quanto risulta pienamente sfruttata ancora, soprattutto per il costo degli immobili urbani, ben diverso da quelli siti in ambito periurbano o di campagna. L'idea, perseguita con successo in altri Paesi come gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma anche il sud-est asiatico, di riutilizzare edifici costruiti con altre destinazioni non è mai decollata in Italia, perché comunque al prezzo di partenza vanno aggiunte importanti spese di ristrutturazione.