Dopo il terribile maggio 2023, in Emilia Romagna un'altra alluvione sta colpendo pesantemente città e campi coltivati. Ancora una volta le zone più danneggiate sono quelle della provincia di Ravenna, seguite da Forlì e in parte Cesena. Per i frutteti, i danni diretti possono derivare dalla stagnazione dell'acqua per più giorni, mentre per le coltivazioni orticole potrebbe essere impedito l'ingresso in campo per la raccolta, con conseguente perdita del prodotto.
Boncellino di Bagnacavallo, i detriti di legno hanno causato lo straripamento del fiume Lamone (foto Condifesa Ravenna)
Ancora una volta non è possibile scaricare tutte le responsabilità sul meteo, nonostante siano cadute, in 48-72 ore, quantità di pioggia pari a quelle che normalmente in passato si registravano in più mesi.
Terra Viva
"Emilia Romagna, un'altra alluvione con danni all'agricoltura ed alle case! Dopo il tremendo maggio 2023, in Emilia Romagna un'altra alluvione ha colpito le provincie di Ravenna, seguite da Forlì e in parte Cesena e Bologna". Così esordisce Roberto Padovani, presidente Terra Viva Emilia Romagna.
"Non è possibile scaricare tutte le responsabilità sul meteo, nonostante siano cadute, in 48-72 ore oltre 300 mm di acqua, quantità pari a quella che normalmente si registra in più mesi. Ancora una volta l'agricoltura è sott'acqua e purtroppo si tratta delle stesse aree coinvolte nell'alluvione del Maggio 23 e ci si trova, dopo aver ripristinato le situazioni critiche dell'anno scorso a dover ricominciare da capo".
Partendo dall'Emilia, nel bolognese il fiume Idice ha rotto poco più a valle rispetto al maggio 2023, dove i lavori di ripristino sono tuttora in atto. L'area allagata alla destra del fiume è la stessa già interessata nello scorso anno, in particolare nella zona di Selva Malvezzi. Il torrente Quaderna è esondato nella sponda destra provocando allagamenti in zona Fiorentina e Sant'Antonio. Anche il Sillaro ha rotto nella sponda sinistra nella zona di Castel Guelfo.
Nel comune di Imola è stata colpita la zona di Giardino e nell''Appennino bolognese sono stati segnalati smottamenti e aree allagate. In Romagna la situazione è tragica, sta vivendo un ritorno al passato, con centri abitati come Cotignola, Bagnacavallo, Forlì, Faenza che sono in situazioni di criticità, le aree agricole ad essi circostanti stanno subendo pesanti danni e le zone collinari, dove di nuovo i fenomeni franosi hanno provocato danni ingenti.
Le imprese agricole chiedono di poter lavorare in sicurezza e i loro terreni non possono essere trattati come "casse di espansione"! E' fondamentale riconoscere i risarciti adeguati al danno subito. Esprimiamo la nostra vicinanza alle popolazioni alluvionate, e saremo di supporto alle aziende agricole in modo che vengano risarcite e per stimolare costantemente le amministrazioni in modo che i lavori di ricostruzione continuino e portino a un potenziamento delle opere già avviate.
I fenomeni alluvionali non sono più "eccezionali", vanno gestiti mettendo in atto un Piano strutturale a salvaguardia del territorio che sia di ampio respiro, capace di fronteggiare in tempi rapidi situazioni disastrose per la collettività e le imprese, grazie a procedure snelle, velocità nella raccolta dei dati e nella compilazione delle perizie, con l'obiettivo di ottenere subito le risorse necessarie alla messa in sicurezza delle zone edificate e dei bacini idrografici e al rilancio delle attività produttive.
Inoltre bisogna realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l'emergenza, che puntino ad aumentare la raccolta di acqua piovana, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale" conclude il presidente.
CIA
Stessi luoghi, stesse aziende, medesimi danni: questo ha provocato, e sta provocando, l'intensità delle piogge che sta mettendo a dura prova il territorio emiliano romagnolo. "L'agricoltura è ancora sott'acqua – commenta Stefano Francia, presidente di Cia- Agricoltori Italiani dell'Emilia Romagna – e quel che più colpisce è che sono le stese aree coinvolte dall'alluvione del 2023, laddove erano state ripristinate le numerose criticità nei campi, ora occorre ricominciare da capo".
Partendo dall'Emilia, nel bolognese il fiume Idice ha rotto poco più a valle rispetto al maggio 2023, dove i lavori di ripristino sono tuttora in atto. L'area allagata alla destra del fiume è la stessa già interessata nello scorso anno, in particolare nella zona di Selva Malvezzi. Il torrente Quaderna è esondato nella sponda destra provocando allagamenti in zona Fiorentina e Sant'Antonio. Anche il Sillaro ha rotto nella sponda sinistra nella zona di Castel Guelfo. L'Appennino bolognese e alcuni territori di Imola non sono rimasti indenni, perché sono stati segnalati smottamenti e aree allagate.
"Pure in Romagna la situazione è tragica e sta vivendo un ritorno al passato, con centri abitati come Cotignola, Bagnacavallo, Forlì, Faenza che sono in situazioni di criticità – ricorda Francia – dove anche il fiume Montone è straripato di nuovo. I ripristini che erano stati a termine in molti casi sono da rifare, con perdite ingenti di danaro e produzioni per il prossimo anno, senza contare il danno sulle colture ancora in atto come barbabietole da zucchero e pomodoro da industria. Insomma, anche questa è una annata da dimenticare – prosegue Francia - le imprese agricole chiedono di poter lavorare e i loro terreni non devono essere trattati come 'casse di espansione', che non lo sono, ma vanno risarciti adeguatamente. Saremo di supporto agli agricoltori ed esprimiamo la nostra vicinanza alle popolazioni alluvionate - conclude Francia - con l'augurio che i lavori di ricostruzione continuino e che portino a un lavoro di potenziamento delle opere già avviate".
Tra i produttori colpiti va segnalata la situazione di Isacco Minarelli e Giuseppe Cazzani di Budrio (Bologna) che hanno subito per la terza volta l'alluvione (nel novembre 2019, nel 2023 e ora con le ultime piogge): da poco avevano quasi ultimato di risistemare i terreni devastati lo scorso anno, ed erano pronti per seminare cereali e per la piantumazione delle patate nel 2025. Ora devono ricominciare da capo.
Coldiretti
La federazione Coldiretti di Forlì-Cesena sta monitorando attentamente la gravissima situazione meteorologica in corso già dalla giornata di mercoledì, in tutta la provincia. Il forte maltempo ha provocato enormi disagi nei territori già duramente colpiti dall'alluvione del 2023 e sta provocando ulteriori danni in aree che si erano salvate dalla pregressa calamità. Sono già stati segnalati ettari di seminativi e frutteti allagati e diverse strade collinari interrotte per frane.
Rottura del fiume Montone in zona Forlì
Il direttore di Coldiretti Alessandro Corsini spiega: "Questa precipitazione ci ha raggiunto in maniera violentissima ma diversa dal maggio 2023: nei nostri territori del circondario di Forlì, nelle zone di alta collina come Civitella di Romagna ad esempio, che l'anno scorso avevano subito danni incalcolabili, pur con piogge incessanti da due giorni, attualmente sono interessate da smottamenti localizzati e campi allagati; sembra più grave la situazione del territorio di Castrocaro Terme, comune in cui nel 2023 abbiamo avuto aziende completamente distrutte che, anche mercoledì si sono ritrovate a rivivere lo stesso incubo, nel momento in cui l'argine si è rotto in due punti. Al momento il fiume è rientrato e speriamo che i lavori, svolti in urgenza, continuino a reggere la violenza del maltempo".
"L'argine del fiume Montone si è rotto a Forlì, nello stesso punto del 2023 - racconta Massimiliano Bernabini presidente di Coldiretti Forlì-Cesena - la violenza delle acque sta provocando gravissimi danni nelle campagne circostanti e nelle aziende agricole, tra cui l'azienda agricola Donati, che ha i campi allagati da un quantitativo di acqua che va dagli 80 ai 100 cm. Sono state allagate aziende agricole, ma anche magazzini, attrezzature e fabbricati rurali. Abbiamo avviato un'azione di monitoraggio e di sostegno alle campagne che ci fornirà a breve un quadro chiaro".
A fronte di questa situazione climatica – conclude la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite, ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l'emergenza, come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.
Confagricoltura
I fenomeni alluvionali non sono più 'eccezionali', vanno gestiti mettendo in atto un Piano strutturale a salvaguardia del territorio che sia di ampio respiro, capace di fronteggiare in tempi rapidi situazioni disastrose per la collettività e le imprese, grazie a procedure snelle, velocità nella raccolta dei dati e nella compilazione delle perizie, con l'obiettivo di ottenere subito le risorse necessarie alla messa in sicurezza delle zone edificate e dei bacini idrografici e al rilancio delle attività produttive. A dirlo è Confagricoltura, sottolineando come sia urgente un serio studio di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua naturali e artificiali. Il settore primario è quello più coinvolto e danneggiato e bisogna superare i veti ambientali: ci sono opere ferme da anni.
L'Organizzazione agricola esorta i Consorzi di bonifica a svolgere il proprio ruolo fondamentale nel presidio idrogeologico in collina e montagna, invitandoli a investire le risorse del PNRR per ottimizzare il sistema idrico.
Sono pochi gli interventi effettuati sui movimenti franosi generati lo scorso anno dalle esondazioni e dall'eccesso di piogge. Ora le frane si sono riattivate, e altre se ne sono aggiunte, peggiorando il quadro complessivo del dissesto.
Intanto i tecnici di Confagricoltura seguono costantemente il monitoraggio degli areali critici attraverso una capillare ricognizione dei danni subiti dalle aziende agricole. Il comparto è stato gravemente colpito: vigneti e frutteti sommersi, con alberi carichi di frutti ancora da raccogliere (uva, pere, mele, kiwi), oltre alle orticole in campo, in particolare le varietà tardive del pomodoro da industria e le barbabietole da zucchero.
La Confederazione ricorda che l'Emilia-Romagna è la seconda regione produttrice di ortofrutta in Italia, con 180.000 ettari coltivati e rappresenta, in termini di volume, il 15% della produzione nazionale. La regione figura al terzo posto a livello nazionale per produzione di uva (7,97 milioni di quintali) e al secondo se si parla di uva per vini da tavola. Produce 1,8 milioni di tonnellate di pomodoro da conserva sui 5,5 milioni totali nel Paese e dal bacino bieticolo emiliano arriva oggi la maggior parte dello zucchero made in Italy.