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L'avvocato Gualtiero Roveda commenta i dati EFSA e mette in guardia sulle responsabilità

Ortofrutta con residui di fitofarmaci oltre i limiti: su chi ricade la colpa?

L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), con sede a Parma, ha recentemente pubblicato la Relazione Annuale sui residui dei fitofarmaci negli alimenti nell'UE. Il rapporto, basato su dati del 2022, offre un'analisi compiuta sullo stato dei controlli e sui livelli di residui nei prodotti alimentari consumati dai cittadini europei. Approfondiamo con l'avvocato Gualtiero Roveda, consulente di Fruitimprese, i risultati presentati.

FreshPlaza (FP): Quali sono i dati evidenziati dalla relazione annuale dell'EFSA sui residui dei fitofarmaci?
Gualtiero Roveda (GR): Il documento riflette l'esito delle attività nazionali di controllo svolte dai Paesi membri dell'UE, oltre che dall'Islanda e dalla Norvegia. Comprende sia campionamenti mirati che casuali e fornisce una visione organica sui livelli di residui di pesticidi negli alimenti europei.

FP: Qual è l'obiettivo principale della relazione annuale che l'EFSA è tenuta a fornire?
GR: La valutazione dei livelli di residui di fitofarmaci aiuta a garantire che i sistemi di controllo siano efficaci e a proteggere i consumatori europei.

FP: Quali sono stati i risultati principali dell'analisi?
GR: Sono stati analizzati più di centomila campioni, registrando un incremento rispetto al 2021. Il 96,3% dei campioni era nei limiti legali. Quanto al sottoinsieme di oltre undicimila campioni esaminati nell'ambito del programma di controllo coordinato dall'Ue - che ha analizzato 12 gruppi di alimenti tra cui: mele, fragole, pesche, lattughe, cavoli cappucci, pomodori, spinaci - il 98,4% è risultato entro i limiti di legge.

L'avvocato Gualtiero Roveda

FP: Qual è la valutazione sull'impatto dei residui di fitofarmaci sulla salute dei consumatori dell'UE?
GR: I dati sono incoraggianti e mostrano un basso rischio per la salute dei consumatori.

FP: Nell'ambito della catena distributiva chi è il responsabile della commercializzazione di prodotto non conforme?
GR: Dai principi stabiliti dalla Cassazione emerge una chiara tendenza a ritenere responsabili tutti gli attori coinvolti nel ciclo produttivo e nella commercializzazione dei prodotti alimentari per il loro ruolo nell'immissione al consumo di tali prodotti, sottolineando il loro dovere di conformarsi alle prescrizioni di legge. Particolare attenzione è rivolta al ruolo del grossista, la cui responsabilità è evidenziata in diverse sentenze della Suprema Corte. Si sostiene infatti che questi debba assicurare la conformità dei prodotti alle normative vigenti; in caso di difformità accertata, egli risponde penalmente, a titolo di colpa, per non aver effettuato i controlli necessari o adottato le precauzioni adeguate a prevenire la commercializzazione di un prodotto che superi il livello massimo di residui.

FP: Cosa si intende per Livello Massimo di Residui?
GR: Il Livello Massimo di Residui (LMR) di fitofarmaci rappresenta la quantità massima di residui di pesticidi permessa legalmente in un prodotto alimentare. Il limite è stabilito per garantire la sicurezza alimentare e proteggere la salute dei consumatori. Gli LMR sono determinati sulla base di studi scientifici che valutano gli effetti a lungo termine dei residui sui consumatori, inclusi gruppi vulnerabili come bambini e donne incinte. La determinazione degli LMR tiene conto della quantità massima di residuo che può rimanere in un prodotto alimentare quando il pesticida è applicato secondo le buone pratiche agricole.

FP: I rischi del cosiddetto effetto cocktail, intendendosi per tale il mix di residui di diversi pesticidi pur tutti entro i limiti di legge, sono stati presi in considerazione dall'EFSA?
GR: No. Tuttavia, pare che l'Autorità in questione stia elaborando un metodo efficace per valutare tale effetto con un approccio basato su esperienze internazionali consolidate per l'analisi delle minacce legate a miscele di sostanze.