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Il punto con Riccardo Martini di DCS Tramaco

Gli esportatori di ortofrutta guardano con interesse alle riforme monetarie in Egitto

E' in atto un ennesimo tentativo della Banca Centrale egiziana di frenare la svalutazione della lira egiziana e di rimediare alla carenza di valuta estera nelle banche, che ostacola enormemente gli importatori locali e che ha ridotto ai minimi termini l'export di frutta verso questo paese che, fino a un paio di anni fa, era il primo mercato extraeuropeo per le mele italiane.

Da sinistra Patrik Filistun (Tramaco Koper) e Paolo Triossi (Tramaco Ravenna)

Riccardo Martini, amministratore delegato di DCS Tramaco, impresa di trasporti refrigerati con trentennale esperienza nel settore ortofrutticolo egiziano, esprime un commento sulle recenti misure monetarie della banca centrale dell'Egitto che potrebbero ridare slancio all'export di frutta italiana verso il paese del nord Africa.

"Dal 16 marzo scorso - dice Martini - anche per contrastare il fenomeno del cambio al mercato nero, la Banca Centrale egiziana ha permesso la libera fluttuazione del cambio di dollaro ed euro, che si sono immediatamente deprezzati del 40%. L'euro, ad esempio, che era cambiato a 71 EGP, è ora sceso a 51. Questi provvedimenti erano indispensabili per ridare stabilità al sistema monetario egiziano, condizione indispensabile per sbloccare nuovi i finanziamenti del FMI e per chiudere gli accordi per gli investimenti miliardari in Egitto di Emirati ed Arabia Saudita, di cui si parlava da tempo. Ciò dovrebbe ridare fiato alle finanze egiziane, che devono fare i conti anche con i mancati introiti di valuta estera dovuti al crollo dei transiti nel Mar Rosso".

Frigo Logipark Ravenna, stoccaggio di patate egiziane

Ma queste misure stanno dando gli effetti sperati? A Tal proposito Martini afferma che "E' presto per dirlo, ma abbiamo registrato un cauto ottimismo da parte dei tradizionali esportatori italiani verso l'Egitto. Ovviamente, una rivalutazione della moneta locale del 40% rende meno costosi i nostri prodotti. Se poi gli importatori egiziani troveranno effettivamente disponibilità di valuta estera nelle loro banche, si può sperare in una certa ripresa di questo importante mercato".

Riccardo Martini e Gabriele Pietrini con clienti durante Fruit Logistica

"Va detto comunque che l'industria ortofrutticola egiziana è ormai una realtà molto dinamica e flessibile. Infatti, ora importanti produttori hanno compreso il valore aggiunto, in questo contesto, delle loro esportazioni, da cui incassano euro e dollari, iniziando a proporsi agli esportatori europei come partner in grado di ovviare al problema della negoziazione di valuta estera nelle banche locali".

Patate egiziane stoccate al magazzino refrigerato Tramaco di Venezia

La rivalutazione della valuta locale potrebbe avere effetti negativi sull'export ortofrutticolo egiziano, ma Martini dice che "Se ci fossero, sarebbero sicuramente sopportabili dalla produzione egiziana, ormai una realtà da cui l'Europa dipende sempre di più per l'approvvigionamento di ortofrutta in controstagione. I ricorrenti cali produttivi della produzione europea sono stati infatti compensati negli ultimi anni da crescenti importazioni dall'Egitto di prodotti di largo consumo come arance, patate, cipolle e primizie. Ne siamo diretti testimoni in questi giorni, avendo i nostri magazzini refrigerati nei porti di Ravenna e Venezia pieni di questi prodotti".

Riccardo Martini, AD di DCS Tramaco

"Va considerato inoltre che anche gli esportatori egiziani trarranno vantaggi dalla rivalutazione della loro moneta, in quanto il fertilizzante, il packaging d i macchinari sono importati dall'estero in valuta pregiata. Sicuramente ha fatto più danni all'export egiziano la crisi del Mar Rosso, considerato che Medio ed Estremo Oriente rappresentano il 30% dell'export delle loro arance, di cui l'Egitto è diventato il primo produttore al mondo. Circumnavigare l'Africa comporta un aumento dei costi e dei tempi di consegna difficilmente assorbibile. Da qui la necessità di dover piazzare maggiori quantitativi di arance sugli altri mercati disponibili, con l'ovvia conseguenza di una riduzione dei prezzi".

Circa la crisi del Mar Rosso, l'AD conclude dicendo che "Ormai si è detto di tutto e di più, su questo tema. Gli effetti sull'export via mare italiano sono sotto gli occhi di tutti. L'allungamento dei transit time e l'incremento dei noli hanno fatto terminare la stagione del kiwi con due mesi di anticipo e vedono l'export di mele in forte difficoltà sui mercati più importanti di questi mesi, cioè il Medio Oriente e l'India. Ormai si guarda alla prossima stagione, con la speranza che nel frattempo questa assurda crisi venga risolta".

Per maggiori informazioni:
DCS Tramaco
Via Magazzini Anteriori, 63 - Ravenna
+39 0544 426711
tramaco@tramaco.net
www.tramaco.net