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Il bilancio dell'Associazione consorzi castanicoltori Appennino emiliano-romagnolo

Castagne, in Emilia Romagna perdita in valore del 35 per cento

I dati del 2023 rispetto al 2024, per il comparto castagne, sono eloquenti: un calo del 52 per cento del raccolto e una perdita del 35 per cento in valore. Sono i dati resi noti dall'Associazione consorzi castanicoltori Appennino emiliano-romagnolo, coordinata da Renzo Panzacchi. "Fermarsi alla semplice lettura - esordisce Panzacchi - del bilancio dell'annata castanicola 2023, significa limitarsi a prendere atto dei risultati numerici, come se si guardasse una fotografia. In realtà, il bilancio della produzione 2023 è il risultato di una stagione caratterizzata da una serie di fattori che vanno approfonditi per fornire una chiave di lettura più dettagliata e chiara. In tutto l'Appennino Emiliano-Romagnolo, a una fioritura particolarmente copiosa ha fatto seguito un lungo periodo di piogge, anche molto violente, che hanno in parte compromesso l'allegagione".

Vendita in un supermercato nell'ottobre 2023

E continua: "Le fortissime piogge di maggio, che hanno causato il disastro epocale che ha colpito l'Appennino da Bologna Est fino al Montefeltro, hanno anche provocato gravissimi danni strutturali ai castagneti da frutto, in molti casi non recuperabili. Agli eventi di maggio ha fatto seguito un'estate lunga e caratterizzata da temperature molto elevate, sempre sopra le medie stagionali, che hanno condizionato l'accrescimento e lo sviluppo dei ricci. Sono inoltre mancate le piogge di fine agosto: un fatto che non ha permesso ai frutti di ingrossarsi".

La raccolta dei frutti è iniziata attorno al 10/15 ottobre, quando le temperature diurne erano ancora sui 30°C, con un ritardo di circa due settimane rispetto al solito".

"La commercializzazione del marrone presso la GDO - aggiunge Panzacchi - è stata più difficile per problemi nel rispettare gli standard richiesti di 70/75 frutti per kg. Questo perché, a causa della mancanza di acqua, i frutti risultavano molto leggeri, pur nel rispetto dei calibri richiesti. Erano infatti necessari 78/80 frutti per kg. Va inoltre detto che l'incidenza del bacato, il danno provocato dalle Cidie Splendana e Fagiglandana, in certi areali ha raggiunto punte del 40/50%. Tuttavia, dove è stata adottata la strategia di difesa impiegando il "disorientamento sessuale", il danno è sceso al 15-20%".

Uniche note positive, l'elevata dolcezza dei frutti dovuta all'alta concentrazione degli zuccheri, e la sostanziale assenza del fungo Gnomoniopsis nella fase di raccolta.
"E, come sempre accade quando il prodotto è scarso, i prezzi sono rimasti sostenuti. A fronte di un calo della produzione del 52%, i ricavi sono diminuiti del 35% In conclusione, è successo veramente di tutto e i valori esposti nella tabella sono, mai come quest'anno, la media dei tanti fattori presi in esame", conclude il presidente.

Fanno parte dell'Associazione i seguenti Consorzi: Parma Ovest, Reggio, Bologna, Modena, castel del Rio, Vallata Senio, Alta Valle reno, Pieve di Rivoschio.