Le ciliegie sono sicuramente uno dei gioielli del reparto frutta, in tutti i sensi. Sebbene siano molto apprezzate, restano un desiderio realizzabile da pochi e comunque non frequentemente.
Secondo l'osservatorio permanente di Consumer Panel Services GfK, che monitora i comportamenti di acquisto di prodotti di largo consumo delle famiglie italiane con un campione di 15.000 panelisti, solo circa il 32% le famiglie italiane hanno acquistato ciliegie negli ultimi dodici mesi terminanti a dicembre 2023. Questo dato di penetrazione perde 17 punti percentuali in due anni.
Le motivazioni di questa contrazione sono probabilmente da cercare nel prezzo medio che già all'origine è superiore alla media della frutta. Gli esperti raccontano che le ragioni per cui le ciliegie hanno visto aumentare negli ultimi anni il proprio prezzo già all'origine, l'attuale conflitto russo-ucraino che ha aumentato i costi di carburante, il cambiamento climatico con i violenti fenomeni, la breve stagionalità, la necessità di manodopera specializzata per la raccolta che richiede particolare manualità vista la delicatezza del frutto.
Come anticipavamo, la stagionalità è molto breve: inizia a maggio, termina a luglio e trova il suo picco a giugno quando le ciliegie vengono acquistate mediamente poco più di due volte, negli altri mesi si tratta di acquisti prevalentemente occasionali di un numero di famiglie molto contenuto.
Se già l'acquirente medio della ortofrutta in Italia è tendenzialmente di classe socio-economica di fascia superiore e di età avanzata, nel mondo delle ciliegie questo profilo si estremizza e vediamo che i maggiori acquirenti sono: residenti nel Nord Ovest e nel Centro del Paese – non a caso dove sono posizionate le grandi città Milano e Roma - di profilo socio-economico decisamente alto, le famiglie sono prevalentemente bicomponenti e il/la responsabile acquisti ha oltre 65 anni.
I giovani, bambini inclusi, che cercano soprattutto la comodità e spesso preferiscono ortofrutta ready to eat, hanno ancora molte barriere per diventare alto consumanti ciliegie, oltre al prezzo, la fragilità del frutto e la difficoltà di "mangiarle in qualsiasi contesto" (macchiano indelebilmente e il nocciolo è ingombrante).
La bassa penetrazione e il profilo così caratterizzato influiscono molto sulla scelta del canale che vede prevalere il supermercato, seguito ma a lunga distanza dal discount e, in ordine, dai negozi specializzati di frutta e verdura e dai mercati.
A cura di:
Daniela Mastropasqua - Business Development Manager
Tommaso Bonandrini - Analyst
Consumer Panel & Services
GfK Italia
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