"Aspetta, quella banana è ancora sana: getta via le altre e tieni quella buona". "Qui c'è della lattuga non perfetta, ma assolutamente buona da mangiare". "In questa cassa di pesche tante sono da buttare, troppe, non vale la pena neppure stare a selezionarle".
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Sono solo alcuni dei commenti dei volontari di Recup che, ogni settimana, frequentano i mercati all'ingrosso di Milano e Roma per recuperare ortofrutta non più vendibile, ma che è ancora ottima da mangiare. E che sarà donata a persone e famiglie in difficoltà.
La nota ditta F.lli Orsero crede talmente nell'iniziativa che, alcuni giorni fa, ha invitato un gruppo di giornalisti non solo a vedere come si svolgono le operazioni di Recup presso il Mercato all'ingrosso di Milano, ma li ha coinvolti nell'attività di ricerca e selezione, fra gli stand, dell'ortofrutta ancora commestibile.
L'Ortomercato di Milano, dalla struttura decadente che neppure poeti come Oscar Wilde o Gabriele D'Annunzio avrebbero potuto immaginare così, è il teatro perfetto per strappare dai bidoni dell'organico frutta e verdura da recuperare.
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"Doniamo volentieri quello che non riusciamo a vendere entro 3-4 giorni - commenta un grossista - perché tanto dovremmo gettarlo via. Così, almeno, si aiuta qualche persona in difficoltà. Ma chiariamo bene: molta merce la diamo a Recup perché ci costerebbe troppo ri-selezionarla togliendo quella con troppi difetti o con un principio di marciume, quando in realtà è ancora buona e molti di noi se ne portano normalmente a casa un po' per pranzo o cena".
"Nel 2022 - si legge in una nota della Orsero - abbiamo salvato più di 856 tonnellate di frutta e verdura. Si tratta di una minima percentuale, se consideriamo il volume totale movimentato (circa lo 0,11%), ma corrisponde a 4.153.208 di porzioni di frutta e verdura donate (623 tonnellate, per un controvalore in termini di costo di 606.000 euro); e a 233 tonnellate di prodotto recuperato e destinato a filiere diverse da quella dell'alimentazione umana".
La raccolta prosegue e arriva un po' di tutto: meloni con i tipici segni di un prodotto raccolto ormai da una settimana, banane giallo intenso con i puntini neri (queste non sono buone, ma buonissime!), lattuga stanca come un maratoneta al 41esimo chilometro. "Ma qui c'è ancora tanto di buono per le associazioni" dicono i volontari. E ci avevano visto giusto: al termine della mattinata (poco meno di tre ore di lavoro) l'ortofrutta transitata dallo spazio di selezione è stata pari a 4700 kg e, di questi, 3500 sono stati salvati, circa il 75%.
Arrivano poi alla spicciolata i mezzi delle associazioni accreditate: la Croce Rossa ha un camion sul quale vengono caricati degli interi bancali, ma c'è anche chi arriva con l'automobile e carica solo qualche cassetta.
"I tempi sono cambiati - conclude un altro grossista - infatti fino a 15 - 20 anni fa nessuno si sarebbe sognato di evitare gli sprechi. E si esagerava davvero. Oggi c'è più povertà, inutile nasconderlo, quindi ben venga donare a chi è in difficoltà. Anche se la cosa migliore sarebbe evitare che le famiglie debbano fare ricorso alla frutta di scarto dei benestanti per poter mangiare".