Ortaggi da foglia come spinaci, fagiolini, e poi zucchine, tanto per citare qualche tipologia: l'alluvione dei giorni scorsi ha colpito duro anche i soci di Orogel, la maggiore azienda italiana di surgelati, che ha sede a Cesena. "Non abbiamo avuto, per fortuna, allagamenti nello stabilimento - afferma l'AD Giancarlo Foschi - anche se non siamo molto distanti dal fiume Savio. Ma poche centinaia di metri più a valle è iniziato il disastro".
E per disastro si intendono case a campi allagati. "Abbiamo molti soci il cui terreno è stato spazzato via dall'onda di piena. Non avranno reddito nel 2023. Come gruppo cooperativo li sosterremo, cosa che da sempre facciamo con lo spirito mutualistico che ci contraddistingue. Ma per un evento di tale proporzioni non basterà: serve anche un intervento concreto dello Stato. Per i singoli agricoltori sarebbe impossibile ripartire da soli, nonostante l'abnegazione, nonostante i sacrifici e nonostante la buona volontà".
Secondo Foschi, queste perdite non andranno a intaccare l'approvvigionamento di verdure da parte del gruppo, che conta soci in tutta Italia proprio per minimizzare i rischi atmosferici.
"E' certo che dal febbraio 2020 ad oggi - conclude Foschi - non c'è stato un attimo di tregua: prima il Covid, poi la guerra con i rincari, nel mezzo gelate e grandinate e ora l'alluvione. Il mondo agricolo è soggetto a tante, troppe variabili".
In una recente intervista rilasciata pochi giorni fa al Corriere della Sera, il presidente di Orogel Bruno Piraccini ha affermato che "circa 250 dei mille soci che Orogel ha nel territorio locale è stato colpito dall'alluvione, riportando ingenti danni".
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