"Ormai da anni si parla di cambiamenti climatici e quest'anno ne abbiamo avuto l'ennesima prova dopo il ciclone del 7 e 8 febbraio scorsi che ha colpito una parte della Sicilia. Si tratta di eventi violenti e improvvisi che ormai connotano l'andamento climatico globale". Lo ha detto Bruno Vacirca, Area Manager Sicilia di Gautier Semences, azienda sementiera che già da qualche anno lavora allo sviluppo di nuovi ibridi in risposta alle esigenze dei cambiamenti climatici con varietà particolarmente vigorose, capaci di razionalizzare acque irrigue e concimazioni.
"La siccità, al nord come al sud, inoltre, pone nuove sfide e nuove scelte cui sono chiamati istituzioni e imprenditori - spiega Vacirca - Solo mitigando l'uso delle risorse naturali il settore può sperare di portare a termine produzioni abbondanti e qualitativamente apprezzabili, anche in areali dove le acque sono salmastre come Pachino e Portopalo nel Siracusano. La nostra risposta è la ricerca genetica, che ci ha permesso di rilasciare varietà di pomodoro come il costoluto Rafoly F1. Un prodotto che si propone come la vera rivoluzione in un segmento fermo da tempo a prodotti ormai non più al passo con le nuove esigenze agronomiche dei coltivatori. Rafoly F1, infatti, presenta una gamma di tolleranze completa (HR: ToMV:0-2/Vd:0/Fol:0/For/Pf:A-E; IR: Ma/Mi/Mj/TYLCV) che gli consentono di adattarsi alle condizioni più estreme, riducendo gli interventi chimici e nutrizionali, adattandosi agli alti valori (8000/9000 µScm-1) di EC registrati quest'anno".
"Produrre in terreni sabbiosi, con acque molto salmastre, inevitabilmente riduce le rese migliorando il sapore dei pomodori - prosegue il manager - Negli ultimi vent'anni, tali condizioni hanno fatto la fortuna del pomodoro marmande di Pachino, culminato con l'inserimento del segmento tra le varietà a marchio IGP. Più recentemente però, la situazione si è complicata a seguito delle ridotte precipitazioni e delle estati sempre più calde che rendono improponibili i trapianti di molte varietà di costoluti poiché, nella migliore delle ipotesi, non danno le rese minime a garantire il reddito all'agricoltore".
"La bollente estate del 2022 è stata la prova del nove per Rafoly F1 - conclude Vacirca - che ha consentito, contrariamente ai competitors, di ottenere produzioni abbondanti grazie all'elevata capacità di allegagione alle alte temperature, con frutti di grosso calibro e ideali per la GDO italiana ed estera. Inoltre, l'elevata vigoria della pianta consente una produzione costante dal primo all'ultimo palco fiorale per almeno 7/8 grappoli. Alcuni produttori, incoraggiati dalla vigoria della pianta che resiste bene anche alle basse temperature invernali, hanno deciso di prolungare il ciclo di produzione e saranno sul mercato almeno fino a giugno, rimanendo ininterrottamente sul mercato per almeno 8 mesi".
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