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Marta Paprocka, Silbo Packaging:

Abbandonare la plastica negli imballaggi alimentari è davvero un gigantesco errore?

Dove sta andando il mercato degli imballaggi alimentari? Sbarazzarsi di tutti i pack in plastica è davvero la strada da percorrere? La carta è la soluzione giusta? Secondo Marta Paprocka, PR e direttore marketing per l'azienda polacca di packaging Silbo, negli ultimi anni il panorama dell’imballaggio si è mosso in questa direzione.

"Siamo, come società e come azienda, a una svolta. Abbiamo compreso la minaccia e sperimentato gli effetti dell'inquinamento da plastica. Sappiamo già che sono state trovate tracce di microplastiche nel suolo, nell'aria e persino nel sangue umano. E sappiamo anche che hanno ripercussioni sulla salute umana. In tale contesto, i legislatori obbligano i produttori di imballaggi a ridurre sensibilmente la produzione di packaging in plastica".

La ricerca di materiali di imballaggio flessibili, alternativi alla plastica, ha portato a due tipi di imballaggi: in carta e in film, basati non su combustibili fossili ma su materie prime organiche rinnovabili, come l'amido di mais. "I film sono materiali compostabili e ne esistono due tipi: compostabile a livello domestico e compostabile negli impianti industriali. Entrambi i tipi sono classificati a livello di normativa, come "ALTRO" tipo di plastica, o categoria 7. Sebbene i film basati su materiali vegetali abbiano buone proprietà barriera e proteggano sufficientemente il prodotto, finora non sono stati ampiamente riconosciuti, ottenendo la definizione generica di 'bioplastica'. Questa è solo un'approssimazione di una questione difficile, ma spiega perché il mercato degli imballaggi si è rivolto alla carta".

Il passaggio dagli imballaggi in plastica a quelli in carta non può avvenire senza un’adeguata riflessione, spiega Paprocka. "Quello che serve è equilibrio ambientale, conoscenze tecnologiche e capacità produttiva. Questo processo va sicuramente sviluppato, analizzato e migliorato, perché non abbiamo ancora raggiunto una soluzione standard. E certamente questo processo non dovrebbe essere chiamato greenwashing, ma piuttosto una vera e propria lotta all'inquinamento ambientale da plastica".

Naturalmente, non tutti i prodotti sono adatti per l'imballaggio in carta, così come non tutti i prodotti possono essere imballati nella plastica, secondo Paprocka. "I sacchetti di carta con retine sono perfetti, ad esempio, per patate o cipolle, confermato dai test di stoccaggio. Il mercato attuale dell’ortofrutta è anche un mercato di imballaggi convenience, per piccole e medie grammature. Poiché questi formati si spostano velocemente, non richiedono ulteriori barriere o tecnologie che prolunghino la shelf life del prodotto, e quindi l'affermazione secondo cui l'imballaggio di carta contribuisce ad aumentare lo spreco alimentare è inadeguata. Confezionare due chilogrammi di patate in un sacchetto di plastica non ha giustificazioni né ecologiche né - a lungo termine - economiche. Tuttavia, al giorno d'oggi, i consumatori per lo più non hanno scelta, perché questo è l'unico modo in cui le patate vengono confezionate per i supermercati. Lo stesso vale per i sacchetti di plastica per mele o agrumi. Sembra che oggi la cosa migliore che possiamo offrire ai nostri clienti sia più l'educazione che la scelta".

"Come Silbo, abbiamo fatto uno sforzo enorme per produrre e consegnare imballaggi sostenibili, e in questo c’è tutto il nostro impegno. Perché la sostenibilità è un viaggio, non qualcosa che si raggiunge una volta per tutte. Siamo consapevoli del consumo energetico dell'industria degli imballaggi. Ecco perché, per ridurre la nostra impronta di carbonio, utilizziamo fonti di energia rinnovabile nel nostro impianto di produzione. Prevediamo che grazie a questo, quest'anno risparmieremo fino a 493 tonnellate di CO2. Usiamo solo la stampa a base d'acqua. Gli adesivi (anche a base d’acqua) vengono applicati solo nei punti di saldatura. Non utilizziamo solventi alcolici pericolosi e patogeni. Le nostre emissioni di composti organici volatili (COV) sono minime, al livello di 40 kg all'anno. Il parco macchine è focalizzato non solo sul consumo di energia, ma anche sulla sua produzione. Riduciamo al minimo il consumo di materia prima, ad esempio abbiamo sostituito la retina in plastica con fibre di lino organico".

A proposito di un recente articolo di FreshPlaza, in cui si diceva che l'imballaggio a base di carta è un errore colossale, Paprocka non è d'accordo con alcune delle tesi alla base di questa affermazione. "In effetti l'imballaggio di carta è più pesante della plastica ma non 2.000 volte, come dice Shay Zeltzer: solo due volte circa. Per fare un confronto: una confezione tipica di 1,5 kg di patate, che misura 625 mm per 260 mm, realizzata con carta da 60 gsm, pesa 9,75 g. La stessa confezione realizzata con film LDPE (polietilene a bassa densità) da 30 micron, pesa 4,42 g. Sicuramente puntiamo a cambiare il mercato degli imballaggi e il divieto di utilizzo della plastica è giustificato. Ora è il tempo di sperimentare, educare e sviluppare nuove soluzioni di imballaggio, compresi quelle di carta".

Per maggiori informazioni:
Marta Paprocka
Silbo
mpaprocka@silbo.pl 
www.silbo.pl  
www.silbopackaging.com

Data di pubblicazione: