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Cresce l'impegno per l'innovazione e la ricerca al fianco dei produttori

ToBRFV e Root to Success, le strategie di Bayer Crop Science

Nel corso di una recente visita in Sicilia, presso il "Centro Dimostrativo Pomodoro" di Acate (RG), abbiamo avuto l'occasione di intervistare Patricio Corona (Commercial Operations Area Lead - Sud Europa) e Mauro Ferrari (Commercial Lead Italia), entrambi operanti per la divisione Vegetable Seeds di Bayer Crop Science. I due manager, giunti nell'isola per presenziare a un PomoDay e per visitare clienti in una regione molto importante per il business italiano del pomodoro da mensa, hanno voluto rimarcare l'impegno di Bayer nell'ambito dell'innovazione e della ricerca, al fine di portare benefici agli agricoltori e con l'obiettivo di aiutarli a far crescere le loro imprese.

Patricio Corona e Mauro Ferrari

Freshplaza (FP): Il ToBRFV tiene sotto scacco li comparto da anni ormai, quali sono state le perdite in termini economici per il mondo produttivo italiano e nel mondo? 
Patricio Corona (PC): Penso che nessuno abbia i numeri veri dell'impatto del ToBRFV e per diverse ragioni. Il primo è che il fenomeno non è ancora esaurito. In Spagna, ad esempio, il virus si sta manifestando in maniera più incisiva soltanto adesso; l'altro motivo è che, in certi casi, i produttori non vogliono esporsi rispetto al problema, temendo ripercussioni commerciali. Sicuramente è difficile fornire numeri; la certezza è che l'impatto è veramente importante. Noi, al momento, non disponiamo di dati certi, anche alla luce di numeri ufficiali che riteniamo incongruenti, data la coesistenza con altri virus che si confondono per ToBRFV. La situazione complessiva è interconnessa, con troppe variabili per avere certezze assolute. I differenti fattori sono tanti: nei Paesi Bassi, per fare un altro esempio, il comparto soffre per i costi di energia. Qual è allora il motivo preponderante nella riduzione della produzione?

LIvingproof, il "Centro Dimostrativo Pomodoro" di Acate (RG)

FP: Varie aziende sementiere hanno rilasciato diverse varietà con resistenze intermedie, lasciando perplessi specialmente i produttori: qual è la risposta della genetica di Bayer al problema?
PC: Anche noi abbiamo già introdotto, in Messico, varietà con resistenza intermedia, lasciando ai nostri clienti comunque un mezzo di contrasto al virus. Allo stato è l'unico strumento nelle nostre disponibilità e lo mettiamo a disposizione del settore, l'importante è mantenere la massima trasparenza su ciò che si fa. Di fatto stiamo lavorando anche sull'HR e, grazie all'esperienza acquisita, annoveriamo un know how che ci consente di portarci avanti in questo senso sulla genetica. Abbiamo inoltre valutato varietà preesistenti che, con la loro più o meno accentuata sensibilità al virus, ci hanno aiutato a fare una fotografia della situazione, fornendoci spunti importanti per la ricerca scientifica. Ma la risposta al problema, in attesa della soluzione che verrà dalla genetica, continuiamo a darla con la salubrità del seme, che è sempre garantita. Il ToBRFV potrebbe celarsi però lungo tutta la filiera del seme e i nostri protocolli servono proprio a scongiurare queste possibilità. Stiamo inoltre lavorando a test rapidi e affidabili che contemplino la rilevazione anche delle mutazioni.

All'interno di una serra del Centro Dimostrativo Pomodoro

FP: Al netto del ToBRFV, qual è l'impegno di Bayer nella ricerca a supporto delle produzioni e come si coniuga lo sviluppo con la sostenibilità dell'ambiente e della salute umana?
PC: Uno dei pilastri dell'attività di Bayer è proprio la sostenibilità. La compagnia si è impegnata pubblicamente per la mitigazione delle emissioni di gas, con diverse iniziative che appartengono non solo alla coltivazione dei prodotti agricoli, ma anche al modo in cui questi vengono portati sui mercati, per concludere con i nostri processi interni. L'agricoltura ha certamente contribuito al problema delle emissioni, con i suoi processi produttivi, che devono oggi diventare parte della soluzione. Ora bisogna fornire alternative con il miglioramento genetico, la tecnologia e il contenimento dell'impiego delle risorse naturali. Ad esempio: una varietà di broccolo adatta alla raccolta meccanica, oppure un melone che necessiti di un minor quantitativo di acqua o, ancora, resistenze genetiche per varietà che permettano un minor impiego di agrofarmaci. Nel campo della digitalizzazione, abbiamo implementato la Divisione Field View per la precisione in agricoltura con l'impiego di immagini satellitari che indicano con precisione la necessità di interventi irrigui o l'uso di agrofarmaci. Tutte le Divisioni di Bayer convergono verso la sostenibilità in maniera integrata tra loro, anche per la difesa nel settore biologico. Stiamo lavorando finanche con le aziende di trasformazione del pomodoro da industria, analizzando l'impronta di carbonio per misurarla, onde individuare l'anello del processo su cui intervenire maggiormente.


Il "Centro Dimostrativo Pomodoro", durante una delle tante attività che si svolgono al suo interno

Notevole anche l'impegno di Bayer nell'innovazione tecnologica, specialmente per le soluzioni sostenibili avverso le malattie telluriche. Insomma, un buon raccolto parte da radici sane.

Nematool, lo strumento tecnologico per gestire il problema dei nematodi

FP: Uno dei vostri progetti più recenti ed attuali è il progetto R2S: di cosa si tratta e in che misura è interessata la Sicilia, quali gli investimenti sul territorio e le ricadute nell'immediato per il comparto?
Mauro Ferreri: Proprio in Sicilia, dall'avvio di R2S, abbiamo cercato di capire quali vantaggi potesse avere sull'ortofrutta per trovare delle migliorie a vantaggio del comparto, grazie a strumenti tecnologici come Nematool che integrano la gestione dei portinnesti con informazioni indicanti la necessità di impiegare i trattamenti con grande precisione e successo. L'integrazione, dunque, tra protezione, genetica e tecnologia è un'attività ritenuta ormai essenziale in orticoltura, grazie ai risultati ottenuti. Anche qui emerge con grande efficacia l'ottimizzazione dell'uso di agrofarmaci, solcando il percorso di una sempre maggiore sostenibilità nei processi produttivi in campo. La possibilità di offrire ai produttori diverse soluzioni rappresenta un enorme valore aggiunto per i prodotti finiti e, al contempo, per i consumatori finali che possono registrare un minor impatto sull'ambiente e avere garantite qualità e salubrità delle produzioni. D'altra parte, la visione di Bayer si estrinseca in una strategia che si basa sulla salute per tutti e fame per nessuno, tendendo una mano anche alle produzioni intensive di altre derrate alimentari, necessarie per il fabbisogno di cibo anche nelle più remote aree del globo.